Comprare o no le azioni di Facebook?
Dipende da che cosa volete farne, ma comunque forse è meglio evitare la frenesia del primo giorno
di Davide Maria De Luca
Questa sera alle 9 e 30 ora di New York, le 15 e 30 in Italia, Facebook farà il suo debutto a Wall Street. In quel momento ci sarà un’eclissi di sole e secondo l’astrologia vedica non è favorevole cominciare un’attività importante entro tre giorni da un’eclissi, se è visibile nella zona dove ci si trova. Mark Zuckerberg si trova in California, dove l’eclissi è ben visibile. Ma oltre a questo, il fondatore di Facebook ha anche qualche motivo più concreto per essere preoccupato.
La sera di giovedì è arrivata la notizia che il prezzo di partenza dell’IPO di Facebook, cioè il prezzo con cui saranno collocate le azioni all’apertura, è stato fissato a 38 dollari per azione, una delle valutazioni più alte di sempre. Questo significa che alla chiusura di Wall Street, venerdì sera, Facebook potrebbe valere intorno a cento miliardi di dollari. Ma questa è solo una stima. Una volta collocate sul mercato le azioni potrebbero arrivare a qualsiasi prezzo perché rispondono alle normali leggi della domanda e dell’offerta.
A che punto sia la domanda di azioni Facebook lo spiega un aneddoto citato dal Financial Times. A Palo Alto, California, venerdì scorso, due fratelli, 27 e 25 anni, hanno cercato di fare irruzione nel Roadshow di Zuckerberg. Volevano assolutamente partecipare all’IPO con il milione e ottocentomila dollari del fondo della loro famiglia. «Facebook è una necessità, è come l’acqua», hanno spiegato i ragazzi. «La domanda è fuori di testa. Puoi scrivere che Facebook è la peggiore compagnia del mondo e i tuoi clienti vorranno comunque le sue azioni», ha commentato un trader al Financial Times.
Con questo livello di frenesia, gli esperti si aspettano che le azioni di Facebook oggi possano arrivare molto, molto in alto, oltre i 50 dollari per azione. Questo non sarebbe necessariamente un bene. Se, per esempio, le azioni salissero tanto da far valere Facebook più di cento miliardi di dollari, per molti investitori non sarebbe più conveniente tenerle nel portafoglio. Un trader ha commentato al Financial Times: «Per essere un buon investimento per qualcuno che vuole tenere le azioni nel portafoglio, il mercato di Facebook dovrebbe raddoppiare in sei anni. Al momento l’azienda non ha il passo per dare questo tipo di risultati». Con le azioni si possono fare soldi in due modi. Si possono comprare a un prezzo e rivenderle successivamente a un prezzo più alto. Oppure si possono tenere nel portafoglio e aspettare i dividendi che spettano agli azionisti. Più un’azione è costosa più ci si aspetta che i dividendi siano alti.
La paura è che Facebook possa fare la fine di Zynga o di Groupon, che il primo giorno di quotazione hanno visto schizzare il valore delle loro azioni per poi precipitare non appena gli investitori si sono resi conto che i dividendi erano troppo bassi per remunerare il capitale investito e hanno cominciato a vendere. Questo comportamento lunatico è tipico dei cosiddetti investitori retail, cioè degli investitori singoli, non legati a nessun fondo o banca, come i due ragazzi che hanno provato a fare irruzione al Roadshow di Zuckerberg. A loro è destinato circa il 20-25 per cento delle azioni che saranno collocate con l’IPO.
A far pensare che Facebook avrà un primo giorno di quotazione esplosiva ma qualche settimana più difficile davanti, c’è anche la scelta fatta da Goldman Sachs e da altri grandi fondi, i primi che hanno investito in Facebook e ne hanno comprato le azioni prima che la società venisse quotata in borsa. Goldman Sachs e altri due fondi di investimento collocheranno sul mercato altri 3 miliardi di dollari di azioni Facebook. Parecchi. Si tratta di un fenomeno strano, scrivono sia il Financial Times che Milano Finanza (che ha titolato “Goldman Sachs scarica Facebook”). Di norma quando si fa una IPO gli interni, cioè coloro che avevano già quote della società prima della collocazione, vendono in maniera limitata, poiché chi sta per comprare si aspetta un’interesse da parte degli attuali membri della società a restare in sella.
Kevin Pleines, un analista interpellato dal Financial Times, ha consigliato: «Se cercate un investimento, la cosa migliore da fare è evitare il primo giorno di frenesia e aspettare e vedere se l’IPO di Facebook diventa quella di Google o di Groupon».
foto: Justin Sullivan/Getty Images