12 cose su Facebook e la Borsa
Le azioni del social network sono sul mercato: le cose da sapere per capire che cosa succederà
Oggi è un giorno molto importante per Facebook. A oltre tre mesi di distanza dall’annuncio della propria offerta pubblica iniziale, le azioni della società sono quotate per la prima volta in borsa. Nato da un’idea di Mark Zuckerberg e di un gruppo di suoi amici in un dormitorio di Harvard nel 2004, Facebook è cresciuto rapidamente e oggi conta più di 900 milioni di utenti ed è praticamente presente ovunque sul Web. La società dovrebbe raccogliere 16 miliardi di dollari grazie alla propria quotazione in borsa e il suo valore di mercato complessivo dovrebbe arrivare intorno ai 104 miliardi di dollari. Secondo gli analisti, il prezzo di partenza dei 38 dollari per azione potrebbe salire vertiginosamente già nelle prime ore di contrattazioni in borsa. Il processo per quotare una società prevede diversi passaggi poco intuitivi, come spiegano sul sito di Associated Press con una serie di domande e risposte sulla quotazione in borsa più attesa dell’anno e tra le più grandi mai realizzate negli Stati Uniti.
Perché Facebook si quota in borsa?
Il principale obiettivo è quello di buona parte delle società che nel tempo hanno deciso di quotarsi in borsa: raccogliere denaro. La vendita delle azioni consente di mettere insieme cospicue somme di denaro da usare nella gestione ordinaria, nell’avvio di nuovi progetti e nell’acquisizione di altre aziende.
Che cosa succede con una IPO?
Succede che la società interessata vende sul mercato pubblico per la prima volta le sue quote di proprietà. Facebook conta di vendere fino a 421 milioni di azioni. La vendita dovrebbe consentire alla società di mettere insieme almeno 16 miliardi di dollari.
Chi possiede ora le quote di Facebook?
Una rete di investitori, gli impiegati e alcuni dirigenti della società. Venderanno 241 milioni di azioni, più della metà delle azioni che saranno vendute. La società le vuole collocare a 38 dollari ciascuna. A un prezzo simile, i proprietari iniziali delle azioni metteranno insieme 9 miliardi di dollari, circa 230 milioni a testa. La società raccoglierà 7 miliardi.
Chi comprerà le azioni?
In una IPO ci sono due acquirenti. I primi sono le banche di investimento che hanno aiutato la società a presentare i documenti per la IPO alle autorità e hanno contattato i fondi pensione, i fondi comuni di investimento e altre importanti istituzioni per calibrare il prezzo delle azioni. Queste banche di investimento vengono chiamate sottoscrittori. Nel caso di Facebook, hanno collaborato 33 diverse banche, con Morgan Stanley che ha avuto il peso maggiore. Queste società garantiscono a Facebook che compreranno le azioni al prezzo stabilito per la IPO.
I sottoscrittori quando acquistano le azioni?
Prima che le azioni siano messe sul mercato pubblico. I sottoscrittori dovrebbero quindi aver comprato le azioni ieri notte, dopo aver negoziato con un secondo gruppo di acquirenti, cioè i soggetti che acquisteranno da loro i pacchetti azionari. Il prezzo è stato negoziato e fissato a 38 dollari.
Questo prezzo negoziato è quello della IPO?
Sì, ma non è ciò che i sottoscrittori pagano a Facebook e ai suoi azionisti interni. Dopo aver messo a punto un prezzo, i sottoscrittori sottraggono dalla cifra una commissione per il lavoro svolto. Nel caso di grandi IPO come quella di Facebook, è di solito il 3 per cento. A 38 dollari, Morgan Stanley e gli altri sottoscrittori dovrebbero quindi ottenere 1,14 dollari per azione. Dovrebbero quindi pagare 36,86 dollari per ogni azione.
Che cosa fanno i sottoscrittori con le loro azioni?
Le vendono ad altre grandi istituzioni e a qualche altro investitore di fiducia, prima che inizi la contrattazione pubblica. Di solito lo fanno la notte prima. Nel caso di Facebook, tutte le azioni dei sottoscrittori dovrebbero essere vendute prima dell’apertura di Wall Street alle 9:30 del mattino (le 15:30 in Italia).
Ed è a quel punto che iniziano le contrattazioni in borsa per Facebook?
No. I nuovi proprietari che vogliono vendere le loro azioni di Facebook devono prima chiamare i loro agenti di borsa. E questi ultimi chiameranno gli intermediari finanziari (“market makers”) del NASDAQ, il listino dei titoli tecnologici scelto da Facebook. Gli intermediari contrattano tra loro per trovare un prezzo “medio” che soddisfi chi vuole vendere e acquistare le azioni. Inizialmente l’intero processo può durare un paio d’ore, dopo le quali le azioni di Facebook inizieranno a cambiare proprietari. Il prezzo sarà indicato al fianco di “FB”, la sigla scelta dalla società per la propria presenza in borsa.
Si dice che Facebook avrà un valore di almeno 100 miliardi di dollari dopo la IPO. Che significa?
Quel numero indica il valore di mercato della società. È il valore che gli investitori che scambiano una parte delle azioni di Facebook attribuiscono alla società se tutte le sue azioni fossero in borsa. A 38 dollari per azione, il valore complessivo di Facebook dovrebbe essere intorno ai 104 miliardi di dollari.
Chi sono gli investitori iniziali che vendono le loro azioni?
Uno dei principali è la società londinese DST Global Ltd, fondata dall’investitore russo Yuri Milner, che ha investito per la prima volta in Facebook nel 2009. DST vuole vendere 45,7 milioni di azioni, ottenendo circa 1,74 miliardi di dollari. Uno dei primi investitori, Reid Hoffman, che finanziò Facebook nel 2004, dovrebbe vendere azioni per circa 36 milioni di dollari. La banca di investimenti Goldman Sachs, che ha investito in Facebook lo scorso anno, dovrebbe mettere insieme 1,1 miliardi di dollari.
E Zuckerberg?
L’amministratore delegato di Facebook venderà circa 30,2 milioni di azioni. Dovrebbe ottenere così 1,15 miliardi di dollari.
Nella classifica delle IPO dove si piazza quella di Facebook?
Nella storia delle IPO negli Stati Uniti sarà la terza più grande, in termini di soldi raccolti. La più grande rimane quella di VISA avvenuta nel 2008, che portò a 17,8 miliardi di dollari.
– 10 cose sui conti di Facebook
– Comprare o no le azioni di Facebook?, di Davide Maria De Luca