L’asta a caro prezzo dei bond spagnoli
Ha permesso di collocare titoli di stato per 2,5 miliardi di euro, ma a tassi d'interesse molto alti e il governo teme un peggioramento della crisi
Il governo spagnolo ha trovato acquirenti per tutti i 2,5 miliardi di euro di titoli di stato messi all’asta, ma a tassi d’interesse particolarmente alti, che dimostrano quanto sia in difficoltà l’economia del paese. Le nuove obbligazioni, che dovranno essere ripagate a gennaio del 2015, sono state collocate con un tasso d’interesse pari al 4,375 per cento, molto di più rispetto alla precedente asta di aprile dove non si era superato il 2,89 per cento. Le obbligazioni che scadranno invece a luglio 2015 sono state vendute con un tasso d’interesse pari al 4,876 per cento, rispetto al 4,037 per cento della precedente asta. Infine, i titoli di stato a lunga scadenza (aprile 2016) sono stati collocati al 5,106 per cento.
Secondo gli investitori, l’asta è andata sostanzialmente bene e dovrebbe portare almeno nel breve periodo a una stabilizzazione degli investimenti, anche se rimangono grandi perplessità sulla stabilità dei conti della Spagna e sulla sua capacità di riprendersi dalla crisi economica. Ieri il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha spiegato che il suo paese rischia di perdere l’accesso al mercato delle obbligazioni. I tassi di interesse dei titoli di stato a 10 anni ieri è arrivato al 6,5 per cento, a un passo dal temuto 7 per cento che ha determinato il limite oltre il quale economie come la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo hanno avuto bisogno di aiuti e prestiti internazionali. Lo spread, cioè il differenziale tra le obbligazioni spagnole e i bond tedeschi, ha raggiunto i 484 punti.
Tra i principali obiettivi del governo spagnolo c’è quello di incentivare nuovi investimenti nel paese, soprattutto tramite i titoli di stato per rifinanziare il proprio debito e avere sufficiente liquidità. L’operazione non è però semplice, soprattutto per quanto riguarda gli investitori dall’estero, la cui quota di obbligazioni è passata dal 50 per cento di fine 2011 al 37,5 per cento a fine marzo. Le banche spagnole hanno continuato ad acquistare nuovi titoli e, secondo il Tesoro spagnolo, sono passate da 94,4 miliardi di euro a 170,6 miliardi di euro, anche grazie alle operazioni della Banca Centrale Europea per dare nuovo credito.