Perché Andrea Zoppini si è dimesso
Era sottosegretario alla Giustizia, gli è stato notificato un avviso di garanzia: le ipotesi di reato sono concorso in frode fiscale e dichiarazione fraudolenta
Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini si è dimesso oggi perché è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Verbania: le ipotesi di reato che gli sono state contestate sono concorso in frode fiscale e dichiarazione fraudolenta. In una nota, Zoppini ha detto:
«Sono stato raggiunto da una informazione di garanzia con riguardo a vicende delle quali mi sono occupato professionalmente alcuni anni fa. Ho piena fiducia nell’operato della Magistratura e ritengo di potere chiarire ogni aspetto che mi riguarda. Ritengo però che la situazione che si è creata sia oggettivamente incompatibile con la funzione di sottosegretario al Ministero della Giustizia. Per non pregiudicare, quindi, l’azione del Governo e del Ministro della Giustizia, che ringrazio per la fiducia che mi hanno voluto accordare, ritengo necessario rassegnare le mie dimissioni».
L’indagine della procura di Verbania nella quale è rimasto coinvolto il sottosegretario riguarda la società Giacomini che produce rubinetti e impianti per il raffreddamento in provincia di Novara. Andrea Zoppini come consulente legale avrebbe aiutato i titolari dell’azienda a compiere una frode fiscale, trasferendo e riciclando denaro all’estero. Corrado Giacomini e la sorella Elena sono stati arrestati domenica scorsa.
Il ministro della Giustizia Paola Severino ha detto di avere «piena fiducia» in Andrea Zoppini e «profondo apprezzamento» per il suo lavoro: «Ho accolto con dispiacere le sue dimissioni che, nonostante le mie insistenze, il professor Zoppini ha ritenuto di dover confermare. Comprendo la sua esigenza di poter così far valere pienamente le proprie ragioni nella sede appropriata».
(Nella foto: Andrea Zoppini, foto Mauro Scrobogna/LaPresse)