L’immigrazione in Grecia
Ovvero il secondo tema che decide le elezioni politiche nel paese, oltre alla crisi economica
Alle elezioni parlamentari che si sono svolte in Grecia domenica scorsa, Alba dorata, il partito neonazista greco, ha conquistato circa il 7 per cento dei voti, entrando per la prima volta in parlamento nella storia della Grecia.
Oltre alla crisi economica, alla mancanza di lavoro e alla forte critica ai programmi di austerità richiesti dall’Unione Europea, una delle tematiche sfruttate da Alba dorata – e non solo – per allargare il proprio bacino di consensi è la lotta all’immigrazione, come scrive oggi il Wall Street Journal.
(L’ultima possibilità per la Grecia)
Si tratta di un tema molto sentito in Grecia, il cui confine terrestre con la Turchia è uno dei punti di ingresso più utilizzati dai migranti – provenienti soprattutto da Afghanistan e Pakistan – che cercano di entrare in Europa. Secondo alcune statistiche diffuse dalla agenzia europea che si occupa del monitoraggio e della sorveglianza dei confini dell’Unione Europea, Frontex, e riportate dal Wall Street Journal, gli ingressi illegali nel territorio greco hanno rappresentato in passato anche il 90 per cento degli ingressi illegali in Europa.
Il punto più sensibile è la regione dell’Evros, un fiume che fa da confine naturale tra Grecia e Turchia per circa 120 chilometri. Attraverso questo passaggio l’anno scorso sono arrivate 55mila persone, mentre per quest’anno è previsto un numero di arrivi circa due volte maggiore. In questa regione si parla da anni della costruzione di un muro per impedire ai migranti di attraversare il confine, reso di per sé già molto pericoloso dal fiume Evros, nelle cui acque annegano molti – fare stime precise è difficile – di coloro che provano a passare.
Ma anche ad Atene il problema è molto sentito. Le aree di Atene in cui i neonazisti di Alba Dorata hanno ottenuto più voti hanno una forte presenza di immigrati, spesso irregolari: i militanti si distinguono per operazioni di “scorta” ad anziani di quei quartieri, ma anche per pestaggi e violenze sui non-greci.
Il problema dell’immigrazione in Grecia è ulteriormente aggravato da un sistema di assistenza e di gestione delle richieste di asilo decisamente inefficiente. Nel 2009, per esempio, secondo i dati citati dall’organizzazione non governativa internazionale Human Rights Watch, soltanto lo 0,05 per cento delle richieste di asilo è stato accettato. L’Unione Europea ha versato alla Grecia circa 300 milioni di euro di aiuti negli ultimi 5 anni, proprio per far fronte a questo problema, senza ottenere risultati decisivi.
Il peso del problema nel dibattito elettorale è molto elevato, e non ci hanno investito politicamente soltanto i neonazisti. Anche Nuova Democrazia, per esempio, il partito di centrodestra che ha ricevuto più voti nelle elezioni di domenica scorsa (anche se in fortissimo calo rispetto alle politiche del 2009), ha cavalcato e stimolato il malcontento popolare sull’argomento. Durante la campagna elettorale Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia, ha definito i migranti dei “tiranni”, dicendo che i cittadini devono «riprendersi le città.»
Il PASOK, il partito di centro sinistra greco, non ha posizioni molto distanti da quelle di ND. L’ex ministro per la protezione dei cittadini, infatti, il socialista Michalis Chrisochoidis, ha sostenuto la necessità di liberare le città dalla presenza dei migranti irregolari, costruendo 30 nuovi centri di detenzione capaci di contenere circa 30mila persone.
foto: ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images