L’ultima possibilità per la Grecia
Il presidente della Repubblica proverà a formare un nuovo governo, con pochissime speranze: sarà l'ultimo tentativo, mentre la sinistra radicale guadagna altro consenso
Con il fallimento dei colloqui guidati a turno dai tre principali partiti greci (Nuova Democrazia, SYRIZA e ultimo il PASOK) per formare un nuovo governo dopo le elezioni di domenica scorsa, ora il compito passa al presidente greco Karolos Papoulias. La missione di Papoulias, tuttavia, come lo è già stata per Antonis Samaras (Nuova Democrazia, centrodestra), Alexis Tsipras (SYRIZA, sinistra radicale) e Evangelos Venizelos (PASOK, socialisti), si annuncia molto ardua. Papoulias avrà qualche giorno per formare una nuova maggioranza. Altrimenti dovrà essere scelto un governo temporaneo e verranno indette nuove elezioni, probabilmente per giugno prossimo.
Sembra certo che Papoulias proverà a formare un governo composto da Nuova Democrazia e PASOK con il supporto di Sinistra democratica, la forza più moderata, dopo i socialisti, tra i partiti di sinistra eletti in parlamento. In questo modo, la coalizione dovrebbe arrivare a 167 seggi, ossia superare la quota che garantisce la maggioranza in Parlamento, 151 seggi. Il problema è che Sinistra democratica ha già detto che non accetterà di entrare in un governo di coalizione fino a quando non verrà coinvolto anche SYRIZA, cosa al momento molto difficile vista l’insistenza del suo leader Tsipras nell’opposizione al “memorandum” dell’Europa su riforme e tagli in Grecia.
Nel caso si andasse a nuove elezioni in giugno, tuttavia, la situazione rimarrebbe comunque molto complicata. Difatti, secondo alcuni sondaggi degli ultimi giorni, a giugno SYRIZA potrebbe diventare addirittura primo partito nel paese, scavalcando Nuova Democrazia. A quel punto, con il premio di maggioranza di 50 seggi assegnato alla sinistra radicale, PASOK e Nuova Democrazia sarebbero definitivamente in minoranza e gli accordi sulle misure di austerità stabiliti con la le istituzioni internazionali (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) saranno a serio rischio. Non a caso, ieri il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha detto che l’euro sopravviverà anche con l’eventuale uscita della Grecia.
nella foto, il presidente greco Karolos Papoulias (AP Photo/Aris Messinis, pool)