Il confronto tv tra i candidati in Egitto
Ieri sera i due favoriti alle elezioni presidenziali si sono affrontati nel primo dibattito di questo tipo nella storia del paese: che cosa si sono detti
Giovedì sera in Egitto si è tenuto un dibattito televisivo tra due candidati alla presidenza, il primo del genere nella storia del paese. Il dibattito è durato quattro ore, è stato trasmesso da due canali televisivi privati – ONTV e Dreams – ed è stato seguito da milioni di egiziani. Si sono confrontati i due candidati dati per favoriti dai sondaggi: Amr Moussa, ex leader della Lega Araba ed ex ministro degli Esteri del regime di Hosni Mubarak, e Abdul Moneim Aboul Fotouh, ex guida dei Fratelli Musulmani, considerato un islamista moderato. I candidati hanno avuto due minuti di tempo per rispondere a ciascuna delle domande poste da due conduttori televisivi, e potevano anche rivolgere delle domande o replicare all’avversario.
(Guida alle elezioni presidenziali in Egitto)
Il dibattito è stato più volte acceso e i candidati si sono affrontati sui rispettivi programmi economici, sul ruolo dell’esercito (che ora è alla guida del Paese), sulla presenza delle donne in politica, sulla loro salute e sullo stipendio che prenderanno una volta presidenti. Amr Moussa è sostenuto soprattutto dai laici, dai liberali e dalla classe media e alta del Paese, che ha sostenuto la rivoluzione ma teme ulteriori proteste. Si è presentato come il candidato moderato e con grande esperienza, in grado di trasformare l’Egitto in un Paese «rispettabile nella regione e nel mondo, un paese che contribuisce al progresso regionale e internazionale, uno stato che torna a fare da guida e che fa da avanguardia». Aboul Fotouh – che ha lasciato i Fratelli musulmani nel 2011 per differenze ideologiche e per candidarsi alla presidenza – è sostenuto da una coalizione di liberali, socialisti, islamisti moderati e da parte dei giovani rivoluzionari. Ha cercato di proporsi come il candidato espressione della rivoluzione, che trasformerà l’Egitto «nell’incarnazione della volontà e delle richieste del popolo egiziano». Ha detto che lo stato che ha in mente «è democratico e sovrano e sostiene i valori e i principi dell’Islam. Uno stato dove i giovani hanno lavoro, le persone hanno una vita decente e sono orgogliose di essere egiziani».
(Chi sono i Fratelli Musulmani)
Moussa ha cercato di far leva sulle paure dei laici e dei moderati, accusando il suo avversario di avere rapporti con frange violente di islamisti e, se verrà eletto, di far cadere il Paese nell’insicurezza ed esporlo al terrorismo. Aboul Fotouh ha ribattuto accusando Moussa di essere un avanzo del regime, di non essersi mai opposto davvero a Mubarak e di non essere quindi in grado di realizzare gli obiettivi della rivoluzione che ha spazzato via il suo capo.
Prima del voto si terrà almeno un altro dibattito televisivo, anche se non è ancora chiaro quali candidati vi prenderanno parte. Il primo turno delle elezioni si terrà il 23 e il 24 maggio. Se nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta si andrà al ballottaggio il 16 e 17 giugno. I candidati sono 13 e tra i favoriti, oltre a Moussa e Fotouh, ci sono Hamdeen Sabahi, parlamentare del Partito della dignità e giornalista di opposizione, e Khaled Ali, avvocato dei diritti umani sostenuto soprattutto dai giovani progressisti.
– I 13 candidati alle elezioni egiziane
Foto: GIANLUIGI GUERCIA/AFP/GettyImages