L’opposizione ad Angela Merkel
Domenica si vota nella più popolosa regione tedesca: sono elezioni importanti per il governo della Germania e soprattutto per chi vuole sostituirlo, nel 2013
Domenica prossima si voterà in Nordrhein-Westfalen, che con quasi 18 milioni di abitanti è il più popolato delle sedici regioni (Lander) in cui è divisa la Germania. Sono elezioni importanti perché permetteranno di capire qualcosa di più sul futuro della politica tedesca, in vista delle elezioni per rinnovare il parlamento federale tedesco che si terranno nell’autunno del 2013.
Le elezioni sono state indette dopo che il governo del Nordrhein-Westfalen, formato dai socialdemocratici (SPD) e dai Verdi, è caduto lo scorso marzo sul budget del 2012. L’esito del voto è quindi molto incerto, dato che le elezioni anticipate non hanno dato il tempo necessario a sviluppare molte previsioni agli esperti della tradizionale e approfondita analisi politica tedesca.
La SPD sta emergendo da un periodo difficile della sua storia: nelle elezioni del 2009 perse molti voti, soprattutto a causa dei successi del partito alla sua sinistra, Die Linke (“la sinistra”, appunto), fondato nel 2007. Attualmente è all’opposizione nel Bundestag, il parlamento federale, insieme ai Verdi e alla Linke: ma nessuno di questi partiti sembra che stia approfittando del calo di consensi del governo di Angela Merkel. Die Linke oggi appare in grande calo nei sondaggi, e anche i Verdi: alcuni di questi voti persi vanno alla SPD, ma molti elettori giovani e di sinistra mostrano l’intenzione di votare per il nuovo partito libertario e “auto-organizzato” dei Pirati, mentre le elezioni locali più recenti mostrano un aumento dell’astensione.
La situazione politica tedesca è importante anche per capire che cosa succederà in Europa. Il candidato preferito della Germania alle elezioni francesi era sicuramente Nicolas Sarkozy, ma dopo l’elezione di Hollande il capo di governo tedesco si è affrettato a congratularsi con lui e a dire che gli dà il benvenuto “a braccia aperte”. La vittoria di Hollande ha però avuto il suo impatto, in pochi giorni, nel tono e nei discorsi di Angela Merkel: in un’intervista rilasciata sabato scorso, il cancelliere ha spostato l’accento sulle politiche di crescita necessarie a livello europeo, anche se ha ripetuto che i principi di rigore del “fiscal compact” europeo non si toccano.
I socialdemocratici tedeschi hanno detto chiaramente, tramite il loro presidente Sigmar Gabriel, di sperare che il voto in Francia abbia conseguenze anche nel resto d’Europa. I vertici della SPD stanno adottando una strategia di critica aperta all’operato di Merkel e alla linea che tiene la Germania nell’Unione Europea, dicendo che le politiche adottate dal cancelliere d’accordo con Sarkozy hanno peggiorato la crisi e causeranno presto danni anche all’economia tedesca.
Quello che è particolare nel dibattito tedesco è che il governo di Angela Merkel è contestato e incerto nei consensi nonostante gli ottimi risultati economici (nel 2011 l’occupazione è salita a un livello mai raggiunto dalla riunificazione): il partito che governa insieme ai cristiano-democratici di Merkel, la FDP, è praticamente scomparso nei sondaggi (è dato tra l’1 e il 2 per cento a livello nazionale, ottenne quasi il 15 per cento nel 2009) dopo le figuracce e le accuse di inadeguatezza del suo principale esponente, Guido Westerwelle; pochi giorni fa il settimanale Der Spiegel ha pubblicato un lungo e allarmato speciale sui problemi sociali che accompagnano la crescita economica tedesca e che non sembrano in via di risoluzione. Il governo Merkel paga anche l’incertezza e l’approssimazione con cui sta gestendo l’uscita dal nucleare, programmata frettolosamente dopo il disastro di Fukushima smentendo le decisioni fatte fino ad allora, come il prolungamento della vita operativa delle centrali nucleari tedesche.
foto: ODD ANDERSEN/AFP/GettyImages