Le elezioni in Serbia
Domani si vota per le presidenziali, le politiche e le amministrative: i temi della campagna elettorale sono la crisi economica, l'ingresso nell'UE e la lotta alla corruzione
Domani in Serbia si svolgeranno le elezioni presidenziali, ma anche quelle per rinnovare il parlamento e le amministrazioni locali. La campagna elettorale è stata incentrata soprattutto sulla grave situazione economica in cui si trova il paese, che registra un tasso di disoccupazione del 25 per cento, un’inflazione che ha raggiunto l’11 per cento e una diffusa corruzione della classe politica.
Alle elezioni presidenziali si sono presentati 12 candidati, ma quelli che realisticamente posso sperare nella vittoria sono due. Il primo è il presidente uscente Boris Tadić, 54 anni, del Partito Democratico (DS) di centrosinistra. Tadić è candidato per la terza volta alla carica presidenziale, e in campagna elettorale ha puntato sul tema dell’ingresso della Serbia nell’Unione Europea (è stato il suo governo a ottenere per la Serbia lo status di paese candidato) e sulla necessità di attrarre investimenti stranieri per rilanciare l’economia in difficoltà.
Il suo avversario si chiama Tomislav Nikolić, ha 60 anni ed è il candidato del Partito Progressista Serbo (SNS), un partito nato nel 2008 dalla decisione di Nikolić di abbandonare il Partito Radicale Serbo. L’SNS negli ultimi anni è riuscito a moderare le proprie posizioni, prima antieuropeiste e fortemente nazionaliste, riuscendo ad allargare la propria base di consensi. Ora anche Nikolić sostiene la necessità di entrare nell’Unione Europea e di attrarre investimenti stranieri. L’opportunità dell’entrata nell’Unione Europea è un tema molto dibattuto in Serbia: dai sondaggi di qualche mese fa emerse che i cittadini serbi favorevoli non superavano il 50 per cento.
Un altro tema politico importante in Serbia è quello del Kosovo, la cui dichiarazione di indipendenza, nel 2008, è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, ma il cui status di paese indipendente non è ancora stato accettato dalla Serbia. Il tema, pur essendo centrale anche per il possibile futuro europeo della Serbia, non è stato molto dibattuto durante la campagna elettorale. Quasi tutti i partiti serbi sono allineati sulla posizione di rifiuto dell’indipendenza kosovara, con l’unica eccezione del Partito Liberal Democratico (LPD), che i sondaggi danno intorno al 5 per cento, il risultato minimo in Serbia per entrare in parlamento.
Negli ultimi giorni la tensione in Kosovo è salita. I cittadini serbi, che vivono nella parte nord del paese e che hanno il passaporto serbo, sono autorizzati a partecipare alle elezioni presidenziali e politiche in Serbia, anche se risiedono in Kosovo, in appositi seggi organizzati dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE) con il benestare del governo kosovaro.
foto: DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images