Gente che dorme
Immagini e riflessioni sulla cosa a cui dedichiamo più tempo e che fotografiamo meno
Se ci pensate, il rapporto è strano: la cosa che facciamo con maggiore continuità e concentrazione, soprattutto in questi tempi di multitasking, quella che occupa più tempo della nostra vita, è la meno fotografata, persino in questi tempi in cui tutti quanti fotografiamo qualsiasi cosa continuamente. I repertori fotografici rappresentano con migliaia di immagini ogni attività umana, ma quella del dormire in dimensioni assai ridotte. Certo, le riflessioni e spiegazioni sono facili e sono molte: che di solito è buio, che l’uso del flash ha le sue controindicazioni, che nel sonno tendiamo a essere più inespressivi (ma non tutti), o che c’è qualcosa di ingannevole nel fotografare qualcuno così tanto a sua insaputa (c’è chi dice che è brutto perché il fotografato “sembra morto”).
Poi però ci sono occasioni in cui un sonno momentaneo o diurno attrae il fotografo (al recente Festival del Giornalismo di Perugia il direttore del Post ha diffuso su Twitter l’immagine di uno spettatore appisolato durante la conferenza stampa di Michele Santoro e Carlo Freccero): una delle occasioni più frequenti è quella dei personaggi istituzionali appisolati nelle occasioni pubbliche. All’ex premier Silvio Berlusconi è capitato con una certa frequenza. Ma di maggior fascino ancora è il sonno che diventa parte di una scena, di un contesto, di un luogo del mondo. Su un prato, una spalla, un tavolino, un campo, un cartone. Voi ce l’avete, una foto di voi che dormite?