L’urlo di Munch venduto all’asta
La casa d'aste Sotheby's lo ha battuto a 120 milioni di dollari, nuovo record per un'opera d'arte
Una versione dell'”Urlo”, il celebre quadro del pittore norvegese Edvard Munch, è stata venduta ieri per 119,9 milioni di dollari dalla casa d’aste Sotheby’s a New York. La vendita ha superato qualsiasi record precedente, rendendo il dipinto l’opera d’arte più costosa mai venduta durante un’asta. Il prezzo di vendita iniziale era di 40 milioni di dollari, poi i rilanci sono andati avanti per una dozzina di minuti arrivando a quasi 120 milioni di dollari.
Il dipinto risale al 1895 ed è una delle quattro versioni esistenti dell'”Urlo” realizzate dal pittore espressionista norvegese. Gli offerenti interessati al quadro erano sette, ma solamente due di loro hanno tenuto a lungo la contrattazione facendo salire costantemente il prezzo del quadro. Non erano presenti in sala, ma rilanciavano al telefono e alla fine uno ha prevalso sull’altro ottenendo il quadro. Al termine dell’asta c’è stato un applauso liberatorio da parte del pubblico.
Le altre tre versioni del quadro di Munch sono conservate nei musei della Norvegia. Secondo gli esperti di Sotheby’s, il dipinto messo all’asta ieri è quello con i colori più vividi e brillanti della serie. Come spiegano su BBC News, quella venduta ieri è anche l’unica versione ad avere un breve testo dipinto sulla cornice, che Munch aveva in precedenza annotato sul proprio diario:
Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad un recinto. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.
La versione dell'”Urlo” venduta all’asta ieri apparteneva al collezionista Petter Olsen. Suo padre era un conoscente di Munch e Olsen aveva spiegato qualche mese fa di voler vendere il quadro per consentire anche ad altri di possederlo e ammirarlo. Due delle quattro versioni del dipinto conservate in Norvegia furono rubate rispettivamente nel 1994 e nel 2004. Entrambe le versioni furono successivamente ritrovate e ricollocate nei musei norvegesi.