Domani si vota a Londra
Le cose da sapere sulle elezioni del sindaco: si sfidano l'uscente Boris Johnson e Ken "il rosso" Livingstone, come nel 2008
Domani a Londra si vota per le elezioni comunali. Circa 5 milioni di elettori sono chiamati a scegliere il loro nuovo sindaco, che avrà un mandato di quattro anni. Il favorito è il sindaco uscente, il conservatore Boris Johnson. Il suo avversario principale sarà quasi certamente, secondo i sondaggi, il laburista Ken Livingstone, anche lui ex sindaco di Londra per ben due mandati, dal 2000 al 2008. Si tratta di elezioni fondamentali, perché Londra è una delle città più importanti al mondo, perché tra qualche mese a Londra si terranno i Giochi Olimpici e per la tenuta in generale del consenso dei conservatori, che governano il paese dal 2010.
Chi sono i candidati
Anche se la sfida sembra monopolizzata da Johnson e Livingstone, alle elezioni comunali di Londra ci sono altri cinque candidati. Tra questi spicca Brian Paddick, liberaldemocratico, ex ufficiale della polizia metropolitana di Londra e gay dichiarato. Secondo gli ultimi sondaggi Paddick dovrebbe ottenere un consenso tra il 5 e il 10 per cento. Gli altri candidati sono Jenny Jones (Verdi), Lawrence Webb (Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, UKIP), Carlos Cortiglia (British National Party, BNP), Siobhan Benita (indipendente). Cortiglia, nonostante sia candidato per un partito di estrema destra che si oppone duramente all’immigrazione, in realtà è di origini spagnola, uruguaiana e italiana. Nelle ultime elezioni del 2008 vinte nettamente da Johnson, i tre principali candidati erano gli stessi di quest’anno: Livingstone, Paddick e ovviamente Johnson. Qui ci sono i programmi di tutti i candidati.
Chi è Boris Johnson
Dopo quattro anni alla guida di Londra, il consenso del 47enne Boris Johnson a Londra è calato di poco e rimane così il favorito alle elezioni di domani. Johnson, ex direttore della rivista Spectator, è un politico molto poco tradizionale: capelli platinati, molto colto e con la tendenza alle espressioni sopra le righe. Spesso le sue dichiarazioni avventate e grevi gli hanno creato problemi, anche all’interno del partito conservatore. L’ultima è avvenuta pochi giorni fa, quando durante un programma alla BBC ha detto al giornalista che gli aveva fatto una domanda, anche se in maniera scherzosa, che doveva finirla con le sue “fucking bollocks” (ossia “stronzate del cazzo”).
Johnson un tempo aveva espresso giudizi offensivi nei confronti degli omosessuali (“malati”), dell’Islam (“religione d’odio”) e del multiculturalismo, ma oggi le sue posizioni sembrano molto più aperte rispetto al passato. È stato criticato più volte durante la sua amministrazione per le spese dei taxi ai politici, cresciute a dismisura, e per la gestione dell’emergenza delle rivolte di quest’estate, quando tornò dalle vacanze solo due giorni dopo l’inizio delle violenze.
Johnson è ufficialmente un conservatore, ma spesso ha posizioni piuttosto distanti dal suo partito. La sua candidatura per un secondo mandato a Londra è stata per molto tempo in dubbio in quanto, secondo diversi analisti politici britannici, Johnson avrebbe ambizioni più alte e sogna un giorno di guidare il partito conservatore. Johnson aveva intenzione di tornare dunque alla vita politica nazionale, ma alla fine Cameron e i suoi collaboratori più stretti lo hanno convinto a ripresentarsi a Londra. Tra Cameron e Johnson i rapporti non sono ottimali, tra i due c’è molta competizione e diffidenza.
Johnson negli ultimi anni ha fatto parlare di sé per la lotta alla criminalità e per alcune prese di posizione sull’ordine pubblico (come quella contro l’alcol in metropolitana) e sulla cultura (come la reintroduzione del latino a scuola). Johnson ha ridotto la zona a traffico limitato di Londra (Congestion Zone) e i suoi provvedimenti hanno migliorato il trasporto pubblico (-40 per cento di ritardi). Un’altra sua battaglia è stata aumentare e migliorare il traffico in bici a Londra, che negli ultimi anni è cresciuto sempre di più. Lo stesso Johnson va spesso al lavoro in bicicletta.
Proprio ieri, Johnson ha pubblicato il manifesto ufficiale e completo della sua candidatura. Tra le varie promesse ci sono: il taglio dei costi del Comune e delle tasse comunali del 10 per cento, la creazione di 200mila nuovi posti di lavoro in quattro anni, l’assunzione di altri 1000 poliziotti, facilitazioni all’edilizia popolare, l’estensione del servizio di bike sharing e l’ulteriore riduzione dei ritardi della metropolitana di Londra del 30 per cento. Johnson è il politico locale che nel 2008 ha avuto il consenso più alto nella storia britannica, ossia 1.043.761 voti.
Chi è Ken Livingstone
Ken Livingstone ha 66 anni ed è già stato sindaco di Londra per otto anni, dal 2000 al 2008, quando è stato sconfitto da Johnson. È un laburista ed è anche un politico un po’ particolare: è molto di sinistra e in passato è stato spesso accusato di estremismo per il suo sostegno molto esplicito nei confronti di personaggi come Hugo Chávez. Proprio per questi motivi viene soprannominato “Red Ken“, ossia “Ken il Rosso”.
I sondaggi lo danno per sfavorito. Sebbene sia inviso a buona parte del suo partito per i suoi toni e le sue posizioni estremiste – anni fa l’ex leader Tony Blair fece di tutto per non farlo ricandidare a Londra – ha vinto le elezioni primarie dei laburisti con il 66 per cento dei consensi, dopo aver minacciato che altrimenti avrebbe corso da indipendente.
Quando era sindaco di Londra, Livingstone è stato lodato per alcuni provvedimenti e duramente criticato per altri. È stato Livingstone a introdurre a Londra la Congestion Zone, cioè i pedaggi per le automobili che entrano in centro, per favorire il trasporto pubblico e limitare l’inquinamento, che hanno cambiato in meglio la vivibilità della città. Livingstone ha promosso diverse misure a favore delle energie pulite ed è stato un sindaco molto liberale: Londra è stata la prima città a riconoscere legalmente le coppie di fatto omosessuali.
Allo stesso tempo, però, Livingstone è stato criticato per le spese, secondo alcuni eccessive, del Comune di Londra e soprattutto per alcune sue dichiarazioni e prese di posizione piuttosto controverse. Livingstone è stato sempre molto critico nei confronti di Israele (per esempio, ha definito l’ex premier israeliano Ariel Sharon “un criminale di guerra”), ha stretto personalmente nel 2007 un accordo con il Venezuela di Chávez per avere petrolio a buon mercato, ha invitato a Londra il controverso religioso musulmano egiziano Yusuf al-Qaradawi. Infine, nonostante i suoi proclami entusiastici sulla spesa pubblica e sul ruolo dello Stato nell’economia, recentemente si è scoperto che Livingstone negli ultimi anni ha pagato meno tasse grazie a un cavillo legale e ha fatto uso di prestazioni sanitarie presso strutture private.
Nel programma per il suo eventuale terzo mandato, Livingstone ha promesso tariffe più basse per i trasporti pubblici (del 7 per cento circa) e per l’elettricità, facilitazioni all’edilizia popolare e più biciclette e piste ciclabili, lotta alla criminalità giovanile, agevolazioni per le famiglie con figli più povere e il ripristino delle borse di studio per studenti dai 16 ai 18 anni, per farli rimanere a scuola. In base a questo programma, si presuppone dunque un aumento della spesa pubblica, per alcuni osservatori un azzardo in tempi di recessione.
Come si vota
Londra, come nelle altre elezioni locali britanniche, ha un sistema elettorale particolare che si chiama “supplementary vote“, a doppia preferenza, che in pratica unisce primo turno e ballottaggio in una sola consultazione. Gli elettori, infatti, sulla scheda possono esprimere due preferenze: la prima è per il loro candidato sindaco preferito, la seconda è per un candidato “di riserva”, qualora la loro prima scelta non risultasse nei primi due posti nel conteggio delle prime preferenze.
Quando si scrutinano i voti, dunque, vengono innanzitutto conteggiate le prime preferenze e si stila una classifica dei candidati. Qualora nessuno abbia preso più del 50 per cento dei voti, vengono eliminati tutti i candidati ad eccezione del primo e del secondo, a cui vengono aggiunti i voti che hanno ottenuto nelle seconde preferenze, scrutinate solo in quel momento. Vince dunque chi dei due candidati ottiene più voti dalla somma delle prime preferenze e delle seconde.
Gli ultimi sondaggi
Secondo un ultimo sondaggio di YouGov, Johnson sarebbe in vantaggio di 4 punti su Livingstone (52 per cento contro 48) nel “ballottaggio” delle seconde preferenze. In vari sondaggi realizzati in aprile, Johnson è stato sempre davanti a Livingstone nell’eventuale e molto probabile testa a testa finale, con un vantaggio che ha oscillato da un minimo di 2 punti a un massimo di 8.
foto: Oli Scarff/Getty Images