Chi è Enrico Bondi
Il governo ha nominato "commissario per la razionalizzazione della spesa" un manager con fama da risanatore, e si fa aiutare anche da Amato e Giavazzi
Nell’ambito del lavoro del governo sulla cosiddetta “spending review”, la revisione dei conti e della spesa dello Stato, il governo ha varato oggi [pdf] un decreto legge per nominare Enrico Bondi commissario straordinario “per la razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi”, con il compito di definire il livello di spesa per ogni voce. Il decreto stabilisce che Bondi potrà nominare un subcommissario e che la durata del suo incarico non dovrà essere superiore a un anno. Il governo deve recuperare 4,2 miliardi di euro per evitare che in autunno scatti un aumento automatico dell’IVA di due punto percentuale.
Monti ha definito Bondi “la persona più rispettata e nota in Italia per la sua inflessibile attività di ristrutturatore, di tagliatore di costi, di risanatore”. Bondi dovrà coordinare l’approvvigionamento di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, incluse anche autorità indipendenti, organi, uffici, enti locali, regioni, per assicurare una riduzione della spesa per l’acquisto beni e servizi. Bondi potrà segnalare al Consiglio dei ministri le norme di legge che determinano spese e che possono essere razionalizzate e potrà proporre al governo la sospensione o la revoca di singole procedure. Monti ha detto che Bondi ha chiesto solo un rimborso spese ma il governo, in ragione dell’importanza della sua attività, vuole attribuirgli una retribuzione da dirigente generale della presidenza del Consiglio, 150.000 euro lordi. «È in corso un negoziato», ha detto il sottosegretario Catricalà.
Enrico Bondi ha 78 anni, è laureato in Chimica ed è stato dirigente di molte aziende italiane, tanto da guadagnarsi nel corso della sua carriera la fama del “risanatore”. I suoi incarichi più importanti sono stati due. Il primo alla Montedison, chiamato da Enrico Cuccia, quando la società era vicina alla bancarotta: Bondi riuscì a rimettere in sesto i conti della società. Il secondo alla Parmalat, come commissario straordinario dopo il crac del gruppo Tanzi: Bondi ha lasciato l’incarico l’anno scorso dopo la cessione del gruppo, risanato, ai francesi di Lactalis. In mezzo diversi altri incarichi: la guida di Olivetti-Telecom dopo la privatizzazione, quella di Premafin e della Sai durante la fusione con Fondiaria, quella alla presidenza della squadra di calcio del Parma, assunta nel 2006 e lasciata con la cessione della società, nel 2007.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha specificato che “meritano un esame anche le risorse pubbliche destinate alle imprese, ai partiti e ai sindacati”. A questo scopo il governo ha dato all’economista Francesco Giavazzi, 62 anni, editorialista del Corriere della Sera piuttosto critico fin qui con lo stesso Monti, l’incarico di fornire all’esecutivo “analisi e raccomandazioni” sui contributi pubblici alle imprese. Il governo ha dato invece a Giuliano Amato l’incarico di fornire “analisi e orientamenti” sulla disciplina dei partiti di cui all’articolo 49 della Costituzione, “sul loro finanziamento nonché sulle forme esistenti di finanziamento pubblico ai sindacati”. Amato ha 73 anni e ha alle spalle una lunga carriera politica, prima nel Partito Socialista Italiano, poi nell’Ulivo e infine nel Partito Democratico. È stato due volte presidente del Consiglio dei ministri, quattro volte ministro del Tesoro, ministro delle Riforme istituzionali, ministro degli Interni, presidente dell’Antitrust, vicepresidente della Convenzione europea. A giugno del 2008 ha annunciato il suo ritiro dalla politica. Nel 2009 è stato nominato presidente della Treccani, da febbraio 2010 è senior advisor della Deutsche Bank. Giavazzi e Amato presteranno il loro incarico a titolo gratuito.