Chi paga il concerto del Primo Maggio?
Il comune di Roma ha chiesto ufficialmente ai sindacati di accollarsi le spese dell'evento e questi non ne vogliono sapere
Mauro Evangelisti sul Messaggero di sabato raccontava di quanto sta accadendo a Roma in vista del tradizionale concerto organizzato dai sindacati per il Primo Maggio. Il comune, infatti, ha chiesto ufficialmente in due riprese ai sindacati di accollarsi le spese relative all’evento, quantificandole in 240.000 euro: spese relative a trasporti speciali, decoro urbano e servizi che negli ultimi anni ha sempre pagato il comune. CGIL, CISL e UIL hanno detto di non essere disposti a dare «neanche un euro».
ROMA – 27 aprile, lettera del direttore dell’Ufficio di Gabinetto del sindaco, Alessandro Voglino, a Cgil, Cisl e Uil. Oggetto: l’autorizzazione (che ancora non c’è) all’uso di piazza San Giovanni per il concertone del primo maggio. Ricorda Voglino: «Il rilascio della concessione di occupazione suolo pubblico è subordinato alla presentazione» della copia del contratto con l’Ama per la pulizia di piazza San Giovanni, con l’Ares 118 per le misure di protezione sanitaria, con l’Atac «per i servizi di trasporto aggiuntivi». Detto in altri termini: il Campidoglio non ha ancora autorizzato il concerto del I Maggio perché prima vuole la certezza che, a differenza di quanto è avvenuto fino all’edizione dell’anno scorso, i sindacati paghino tutte le spese.
La lista dei costi. Quest’anno il Campidoglio agisce in modo preventivo e presenta una lista dei costi che porta a un totale di oltre 240 mila euro. Nello specifico: 18.370 euro all’Ama per il noleggio dei bagni chimici; 38.123 euro sempre all’Ama per la pulizia dell’area; 46.000 euro all’Atac per il potenziamento del trasporto pubblico; 117.000 euro per gli straordinari della Polizia municipale; 5.000 euro per l’occupazione del suolo pubblico; 19.000 euro per il servizio del 118.
Le spese ai sindacati. Federico Guidi è il presidente della Commissione bilancio che il 10 aprile ha chiesto che i sindacati paghino le spese del concertone del I maggio di piazza San Giovanni. Spiega Guidi: «È più che giusto far pagare i servizi pubblici per un evento privato. Stiamo parlando di una manifestazione che è diventata un evento canoro più che sindacale, perché deve godere di un regime di esenzione? Queste spese non possono essere pagate dai romani in un momento di crisi economica che determina una riduzione di risorse agli enti locali da parte del governo. Abbiamo chiesto di applicare la vigente normativa». La tesi di Roma Capitale: il concerto non è più una manifestazione sindacale visto che i comizi non si svolgeranno a Roma. Inoltre, il concerto è un evento importante che gode dei diritti televisivi e di ricche sponsorizzazioni.
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foto: Cosima Scavolini/Lapresse