Il derby di Manchester
La storia e le foto di una partita piena di rivalità, bei gesti e qualche tragedia: domani le due squadre della città si giocano la Premier League
di Antonello Guerrera - @antoguerrera
Domani sera alle ore 21 (ora italiana) ci sarà la partita che molto probabilmente deciderà il massimo campionato di calcio inglese, la Premier League. Di fronte si troveranno due squadre della stessa città e con una storica e lunghissima rivalità alle spalle, il Manchester City e il Manchester United. Il City, allenato dall’italiano Roberto Mancini e che ha tra i suoi giocatori un altro italiano, il talentuoso ma controverso attaccante Mario Balotelli, ha tre punti di svantaggio in classifica sul Manchester United, quando mancano tre giornate alla fine del campionato. Qualora dovesse vincere il City si porterebbe a pari punti, ma in vantaggio per la differenza reti e gli scontri diretti, quindi virtualmente primo in classifica. Un altro risultato, invece, favorirebbe nettamente lo United, che tra l’altro ha un calendario teoricamente più facile da qui alla fine del campionato.
Fin dal primo incontro ufficioso giocatosi il 12 novembre 1881, quello tra City e United è un “derby” molto sentito che non si basa su divisioni religiose (come quello di Glasgow tra Rangers e Celtic, per esempio) ma nemmeno su generiche distinzioni di tipo classista o sociale (come Juventus e Torino). Non a caso, gli scontri tra i tifosi sono stati molto pochi negli ultimi decenni e raramente la rivalità calcistica di Manchester è sfociata in violenza. I tifosi del City sono fieri di distinguersi dai rivali dello United perché, secondo loro, sono “i veri tifosi della città di Manchester”, mentre quelli dello United proverrebbero da fuori città, ossia da Newton Heath, più in periferia.
I fan dello United invece etichettano quelli del City come “perdenti” e dicono di essere i veri tifosi di Manchester per il maggior numero di titoli vinti dalla loro squadra: 60 (tra cui tre Champions League) contro i soli 14 del City. Fino a qualche tempo fa, poi, i tifosi del City sfottevano quelli dello United perché il club è controllato da una dirigenza straniera (americana, per la precisione). Oggi non lo fanno più, perché anche il City è controllato da stranieri, ossia da una cordata guidata dal ricchissimo sceicco Mansur bin Zayed Al Nahyān di Abu Dhabi. Insomma, sono lontani i tempi in cui lo squallore di Manchester ispirava La situazione della classe operaia in Inghilterra (1844) di Friedrich Engels e la “Coketown” del romanzo Tempi Difficili dello scrittore britannico Charles Dickens (1854).
Al di là degli sfottò, comunque, Manchester City e Manchester United hanno anche una lunga storia di collaborazione alle spalle. Prima della Seconda guerra mondiale, per esempio, capitava che le due tifoserie si ritrovassero incredibilmente a tifare per la stessa squadra. All’epoca non c’era ancora la cultura della trasferta – né i soldi per farle – e quindi la squadra che giocava in casa univa le due fazioni di Manchester sotto un unico tifo. Durante e dopo la guerra, poi, precisamente dal 1941 al 1949, lo stadio Old Trafford dello United fu inagibile a causa dei bombardamenti nazisti e così lo United (dietro pagamento di 5mila sterline all’anno) giocava al Maine Road, il vecchio stadio del City (che ora gioca nel nuovo City of Manchester Stadium).
Dal 6 febbraio 1958, poi, una buona parte dei tifosi del City e molti di quelli ancora indecisi su quale squadra della città tifare cominciarono a tifare United. Il motivo fu un incidente aereo accaduto quel giorno a Monaco di Baviera, in Germania, nel quale persero la vita 23 passeggeri, tra cui otto giocatori del Manchester United. Da quel giorno molti tifosi del City, per una sorta di empatia e di solidarietà collettiva, cambiarono squadra.
La rivalità più accesa tra le due squadre risale agli anni Settanta, quando in campo i giocatori delle due squadre iniziarono a giocare in maniera più aggressiva del solito per via di alcuni vecchi conti in sospeso. Il culmine del duello si raggiunse in un derby del dicembre del 1970, quando una leggenda dello United, George Best, fece un fallo bruttissimo sul calciatore del City Glyn Pardoe. Pardoe uscì con una gamba rotta ma il fallo fu così grave che i medici, poco tempo dopo, stavano quasi per amputargliela. Un episodio simile coinvolse nel 2001 l’allora capitano dello United, Roy Keane, sul calciatore norvegese del City, Alf-Inge Haaland, per fortuna senza provocare le stesse gravi conseguenze del fallo di Best.
Oggi, dopo anni di dominio assoluto dello United e nonostante alcuni trasferimenti da una squadra all’altra che hanno creato molte polemiche (come quelli, negli ultimi anni, di Petr Schmeichel e Carlos Tévez dallo United al City), la rivalità è vissuta in maniera più serena e soprattutto è cambiato il rapporto di forze in campo. Le due squadre, grazie a ricche dirigenze straniere che hanno portato molti soldi nelle casse, si trovano più o meno sullo stesso livello e quest’anno si giocheranno il titolo probabilmente fino all’ultima giornata: se si calcolano le entrate del 2010 dei due club, la loro somma (125 milioni di sterline del City e 286 dello United) arriva a ben 410 milioni di sterline, ossia circa un quarto della somma delle entrate di tutte le venti squadre che hanno partecipato alla Premier League in quella stagione.
All’andata quest’anno il Manchester City è stato protagonista di una vittoria storica e allo stesso tempo clamorosa all’Old Trafford, fuori casa, battendo lo United per 6-1 con una doppietta di Mario Balotelli, eguagliando così il record del 1926. Quella partita, tuttavia, non fu il motivo di vergogna più grande per lo storico allenatore del Manchester United, Sir Alex Ferguson. Quello risale al 1989, quando lo United perse per 5-1 in casa del City giocando una delle peggiori partite della sua storia. Per Ferguson fu, parole sue, “la peggior sconfitta della mia carriera. Dopo la gara, sono andato subito a casa, mi ficcai a letto e misi la testa sotto il cuscino”.
L’anno scorso, però, Wayne Rooney, durante un derby di Manchester contro il City, segnò uno dei gol più belli della storia del campionato inglese. È qui sotto, ogni commento è superfluo.
nella foto, Eric Cantona del Manchester United e Ian Brightwell del City nel 1994 (Clive Brunskill/ALLSPORT)