Il Fact Checking, in Italia, sul web
Un nuovo sito accessibile e utilizzabile da tutti per verificare ogni tipo di notizia (come si dovrebbe fare nei giornali)
di Adolfo Frediani - Fondazione <ahref
C’è una notizia o una dichiarazione, ad esempio questa: l’Antitrust ha chiesto una sospensione di 45 giorni sulla fusione tra Unipol e le società della Famiglia Ligresti. L’AD di Mediobanca Alberto Nagel sostiene che i 45 giorni non faranno slittare la ricapitalizzazione e sono coerenti con l’aumento di capitale fattibile nel mese di giugno.
È vero quanto dichiara Nagel?
Si passa alla verifica, il fact checking vero e proprio. Luca Testoni, direttore del mensile TopLegal e tra i fondatori di EticaNews, ritiene che sia una dichiarazione “molto semplicistica e tranquillizzante” e motiva il suo commento con dati della Borsa Italiana. Testoni per condividere notizia e verifica ha usato un nuovo strumento a disposizione sua e di chiunque voglia mettere in discussione, dati e fonti alla mano, affermazioni ufficiali, articoli, comunicati stampa: la piattaforma di Fact Checking della Fondazione <ahref di Trento che viene presentata ufficialmente sabato al Festival del Giornalismo di Perugia da Sergio Maistrello e Luca De Biase, che di ahref è presidente.
Il fact checking è una pratica che deriva dalla tradizione del giornalismo anglosassone: è un metodo empirico per dimostrare se dichiarazioni e fatti sono attendibili, attraverso la raccolta e il confronto di fonti. La nuova piattaforma di Fondazione <ahref trasforma una pratica professionale in attività critica cooperativa: attraverso il social networking è possibile collaborare con altri lettori o telespettatori per verificare la veridicità dei dati e delle notizie in circolazione. Il meccanismo è molto semplice: ci si registra e si può proporre una notizia o una dichiarazione, citando autore e fonte e mettendola a disposizione della comunità per il fact checking. Oppure si può sottoporre a verifica una notizia proposta da un altro utente, portando dati e fonti a sostegno della percentuale di attendibilità che si vuole attribuire alla notizia.
La piattaforma è ancora in fase di rodaggio ma ha già raccolto alcuni fact checking con le prime valutazioni che vale la pena segnalare: una dichiarazione di Passera sui vantaggi dell’aumento di produzione di idrocarburi e un’inchiesta sull’uso di facebook nelle univerisità (entrambe al momento ritenute vere solo al 25%); un comunicato stampa di Palazzo Chigi (inaffidabile); le rassicurazioni del viceminstro Grilli sullo spread (vere al 75%); un articolo di Sallusti su Boccassini, Berlusconi e bunga bunga (completamente inaffidabile). Questi fact checking sono solo i primi test ma dopo il lancio ufficiale, l’obiettivo è quello di coinvolgere una vasta rete online fatta di singoli cittadini, professionisti, gruppi e associazioni, il pubblico attivo della rete.
Ci piacerebbe ad esempio avere comunità online che collaborino per fare fact checking in tempo reale su dichiarazioni di politici durante trasmissioni televisive o durante una campagna elettorale. Quando la piattaforma sarà a regime si potranno verificare immediatamente le fonti e i personaggi più e meno attendibili nell’ecosistema dell’informazione italiana e i factcheckers più attivi, valorizzati da un meccanismo reputazionale che premia l’uso di fonti verificate e il gradimento della comunità. Non c’è quindi nessun meccanismo autoritario di censura ma un sistema democratico di valorizzazione degli utenti che lavorano in modo coerente con il metodo proposto da <ahref.
Un metodo di lavoro che si basa su un’idea semplice: chi decide di partecipare alla produzione di informazione condivisa sul web si assume una responsabilità e chi partecipa alla piattaforma di fact checking è consapevole dal momento dell’iscrizione dei quattro principi che proponiamo per un’informazione di qualità verificabile: accuratezza, imparzialità, indipendenza, legalità. La speranza di <ahref, che dello sviluppo della qualità dell’informazione in rete ha fatto la propria missione, è che il fact checking e gli altri civic media che sta sviluppando diventino strumenti diffusi e apprezzati dal crescente numero di cittadini che usano la rete per produrre e scambiare informazione.