Un prestito per l’Ungheria?
L'Unione Europea è disponibile a discuterne, a patto che il governo del paese riveda le sue leggi contestate su sistema giudiziario e banca centrale
L’Unione Europea ha annunciato che avvierà una nuova serie di consultazioni con l’Ungheria per la possibile concessione di un prestito, utile per rimettere in sesto l’economia del paese. Il tema degli aiuti è stato per mesi al centro di un duro scontro tra la UE e le autorità ungheresi, accusate di aver approvato leggi non conformi alle regole stabilite per gli Stati membri dall’Unione. Il prestito non sarà comunque concesso fino a quando non sarà modificata la nuova legge che regola il funzionamento della Banca centrale ungherese e fino a quando non saranno cambiati alcuni altri provvedimenti, che secondo la UE minacciano l’indipendenza della magistratura nel paese e di conseguenza la possibilità di avere equi processi.
Martedì scorso, 24 aprile, il primo ministro ungherese Viktor Orban si è impegnato insieme con il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, a trovare una soluzione per rivedere le leggi su sistema giudiziario e banca centrale. Un accordo potrebbe rendere accessibile all’Ungheria un prestito tra i 15 e i 20 miliardi di euro da parte dell’Unione e del Fondo Monetario Internazionale. Lo stanziamento dovrebbe essere precauzionale per dare maggiore stabilità all’economia ungherese, che deve assicurare il pagamento dei suoi titoli di stato.
Ieri la Commissione europea ha fatto sapere che le nuove trattative andranno avanti in parallelo con alcune iniziative presso la Corte di giustizia dell’Unione, cui sarà richiesto di esprimersi su altre due leggi dell’Ungheria che non rispettano le regole della UE. Una riguarda l’abbassamento dell’età pensionabile per i giudici, l’altra si occupa del trattamento dei dati personali dei cittadini ungheresi.
L’Unione Europea, spiegano sul Wall Street Journal, sarebbe anche intenzionata a ritirare le procedure legali avviate contro l’Ungheria e la sua nuova legge che regolamenta la Banca centrale ungherese, e che le sottrae diversi poteri, se il Parlamento darà seguito al proprio impegno ad emendarla e correggerla. Le modifiche al sistema giudiziario potrebbero richiedere più tempo: l’UE contesta all’Ungheria di aver approvato nuove regole che accentrano il potere giudiziario in pochi soggetti, che hanno ora il potere di nominare i giudici e di assegnare a loro discrezione i diversi casi.
Infine, FMI e UE hanno da tempo fatto intendere alle autorità ungheresi che per accedere al prestito saranno necessari nuovi provvedimenti fiscali nel paese, tesi a rendere più stabile l’economia e a ridurre la spesa. Il governo ungherese si è impegnato a imporre nuove tasse e a ridurre la spesa sia a livello centrale sia locale. Le due istituzioni internazionali chiedono però maggiori garanzie e riforme strutturali, che per ora l’Ungheria non sembra essere intenzionata ad affrontare.