La lettera di Formigoni al Foglio
Roberto Formigoni ha scritto una lettera al Foglio per smentire alcune «inesattezze e falsità» scritte in un articolo su di lui da Annalena Benini, pubblicato sul giornale il 20 aprile.
Al direttore – Quando Annalena decide di dedicare un intero articolo a una persona, forse dovrebbe documentarsi di più. Nel mio caso (articolo del 20 aprile sul Foglio) non lo ha fatto. E così incorre in una serie di inesattezze o falsità che sono costretto a smentire. Primo: non ho affatto dato una colpa “postuma” a don Verzé per la nomina di Nicole Minetti. Intervistato all’inizio del 2011 (Verzé vivente e regnante) avevo dichiarato la verità e cioè che don Verzé mi aveva assicurato riguardo a Nicole Minetti: “È una ragazza acqua e sapone”. Di nuovo intervistato dopo la morte di don Verzé a chi mi chiedeva se confermassi quelle parole le ho confermate perché corrispondono a verità. Secondo: ho già risposto a Carla Vites, e ora lo devo fare anche ad Annalena, che la mia foto che viene definita come “mollemente adagiato su un letto megagalattico al Salone del Mobile” è una di quelle costrizioni a cui un uomo politico come me è sottoposto per offrire immagine ai nostri imprenditori che cercano di tenere in piedi la baracca Italia, anche accettando di mettersi in posa in situazioni che mi creda vorremmo evitare. Può non piacere l’immagine della Merkel al volante di una
Mercedes o di Obama che zappa la buona terra americana ma Formigoni (si parva licet) si comporta nello stesso modo, come tutti i politici debbono fare. Terzo: al contrario di quanto dice Annalena ogni volta che ho parlato di Simone l’ho definito come amico da quarant’anni, Annalena dimostri l’opposto se può ma non può. Quarto: quando ho dichiarato che “Daccò non ha mai avuto rapporti direttamente con me ma con l’assessorato” rispondevo a una domanda di quali fossero le relazioni di lavoro che Daccò intratteneva con la regione Lombardia. La mia risposta è perfettamente corretta. Daccò lavorando nel campo della sanità aveva rapporti con l’assessorato alla Sanità, non con me. Con me ha avuto rapporti personali che MAI hanno influito sulle scelte della regione. Come si vede alla fine ciò che mi può essere rimproverato è qualche eccentricità nelle camicie, del resto indossate nel tempo libero. Un po’ poco – anche Annalena dovrà convenire – per condannare un presidente di regione. Distinti saluti.
Roberto Formigoni
Questa la risposta – pubblicata sempre sul Foglio – di Annalena Benini.
Gentile Formigoni, a parte che le sue buone parole su Simone sono successive al mio articolo, quella che lei chiama condanna non era di natura penale ma estetica, come la sua lettera dimostra.