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  • Mercoledì 25 aprile 2012

L’audizione di Rupert Murdoch, oggi

Ha detto di non aver mai chiesto né fatto favori ai politici, che le intercettazioni illegali sono per «giornalisti pigri» e che i vip non meritano la privacy delle persone comuni

Ap/Pool
Ap/Pool

Oggi il magnate australiano Rupert Murdoch si è presentato come testimone presso la commissione della Leveson Inquiry che lo ascolterà per due giorni. La Leveson Inquiry è un’inchiesta pubblica richiesta dal primo ministro del Regno Unito, David Cameron, per verificare l’etica e i comportamenti della stampa britannica negli ultimi anni in seguito allo scandalo delle intercettazioni illegali che negli ultimi mesi ha coinvolto pesantemente il suo tabloid News of the World (che poi ha interrotto le sue pubblicazioni) e la società editoriale News Corporation di Murdoch.

Tra le altre cose, Murdoch ha raccontato diversi particolari sul suo rapporto con i politici britannici e ha negato di aver chiesto loro favori anche se, come nel caso di Cameron, ha detto che a volte sono stati proprio loro a invitarlo a pranzo. In particolare Murdoch ha detto di non aver mai influenzato o chiesto favori all’ex premier Margaret Thatcher durante un pranzo del 1981 prima di acquisire il quotidiano Times, né di esser stato il promotore mediatico degli interessi di Thatcher. Nella circostanza Murdoch ha anche sottolineato come non abbia mai voluto «distruggere i sindacati» con il suo potere, anche se qualche volta potrebbe «averlo desiderato».

Inoltre, Murdoch ha negato ogni scambio di favori con l’ex premier laburista Tony Blair per l’appoggio dei suoi giornali alla guerra in Iraq nel 2003, mentre ha confermato i dissidi che c’erano con il successore di Blair, Gordon Brown (anch’egli laburista), che secondo Murdoch avrebbe dichiarato guerra alla sua News Corporation dopo alcune inchieste sulla sua vita privata e una campagna piuttosto dura dei tabloid di Murdoch contro la presenza di truppe britanniche in Afghanistan, tanto che nel 2010 Brown scrisse direttamente a Murdoch per chiedergli, tra le righe, di cambiare in pratica la linea editoriale sull’argomento.

Murdoch ha dichiarato poi come i suoi interessi non abbiano mai influenzato i giornali di cui è a capo, tra cui il Times, e ha detto di non aver mai approvato l’uso di intercettazioni e detective privati per i suoi giornali: «Si tratta di metodi per giornalisti pigri che non hanno voglia di fare il proprio lavoro», ha detto. Tuttavia, ha aggiunto Murdoch, «i personaggi famosi», per le loro pubbliche responsabilità, «non hanno diritto alla stessa privacy delle persone normali».

Foto: AP/Pool