Il premier olandese si è dimesso
Mark Rutte ha sciolto oggi il suo governo per l'opposizione del leader xenofobo Geert Wilders a una manovra finanziaria da 16 miliardi di euro
Oggi il premier olandese Mark Rutte ha presentato le sue dimissioni, dopo la spaccatura di due giorni fa della maggioranza di governo sull’approvazione di una nuova manovra da 16 miliardi di euro. Dopo il Consiglio dei ministri di stamattina, durato circa un’ora e mezza, Rutte si è presentato nel primo pomeriggio presso la residenza della Regina d’Olanda Beatrice e ha chiesto lo scioglimento del suo governo. La Regina avrebbe accettato le sue dimissioni.
A questo punto sembrano certe nuove elezioni anticipate, che secondo indiscrezioni dovrebbero tenersi il prossimo autunno. Nel frattempo, però, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD, centrodestra) di Rutte farà il possibile per approvare la manovra in Parlamento con l’appoggio di alcuni partiti dell’opposizione (quello laburista su tutti) perché fondamentale, secondo il governo olandese, per rientrare nei parametri del nuovo fiscal compact europeo, tra cui quello di non sforare il rapporto deficit/PIL oltre il 3 per cento entro il 2013.
Già ieri Rutte aveva detto che oramai erano certe le elezioni anticipate, dopo il rifiuto del Partito per la Libertà (PVV), formazione di estrema destra xenofoba guidata da Geert Wilders. Il PVV era contro i tagli alla spesa pubblica “decisi dall’Europa” e nella circostanza ha ritirato il suo appoggio al governo. Quel che resta della coalizione di Rutte, ossia VVD più i cristianodemocratici e senza l’appoggio esterno del partito di Wilders, non ha più la maggioranza in Parlamento: la somma dei seggi di VVD e cristianodemocratici costituiscono infatti solo il 40 per cento del totale, mentre il PVV di Wilders detiene oltre il 15 per cento dei seggi.
I tagli contenuti nella manovra sono ritenuti fondamentali dal partito di Rutte, in quanto, secondo le ultime stime del governo, il rapporto deficit/PIL dell’Olanda salirà nel 2012 al 4,6 per cento, mentre il limite fissato dall’Europa con il recente fiscal compact, fortemente voluto proprio dall’Olanda, è del tre per cento entro il 2013. L’Olanda, tra l’altro, nonostante il rigore dei suoi conti, è ufficialmente in recessione dallo scorso febbraio e la disoccupazione è in leggero aumento: a marzo, il tasso di disoccupazione era del 5,9 per cento (un anno fa era al 5,1) e il numero di disoccupati da febbraio a marzo 2012 è cresciuto da 463 mila a 465 mila.
L’Olanda è uno dei pochi paesi europei (gli altri sono Germania, Finlandia e Lussemburgo) il cui debito viene giudicato da tutte le principali agenzie di rating con la cosiddetta “tripla A”, ossia molto affidabile. Tuttavia, dopo gli ultimi dati poco confortanti dell’economia olandese, l’agenzia di rating Fitch ha già minacciato di declassare l’Olanda e toglierle la “tripla A”. L’Olanda è uno dei paesi europei con il più alto debito privato, anche a causa dei mutui concessi con facilità dalle banche, e dal 2008 i prezzi delle case sono cominciati a scendere sensibilmente.
(foto: ROBIN UTRECHT/AFP/Getty Images)