Cosa è successo oggi allo stadio di Genova
I tifosi hanno contestato i giocatori del Genoa e li hanno costretti a spogliarsi delle maglie, la partita è stata sospesa per 45 minuti
Aggiornamento 22,31. Dopo molte voci nel corso della serata, è ora dato per certo l’esonero dell’allenatore Malesani che sarà sostituito da De Canio.
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Oggi pomeriggio allo stadio Marassi di Genova la partita della trentaquattresima giornata di Serie A tra Genoa e Siena è stata sospesa per 45 minuti dall’arbitro Tagliavento a causa di una violenta protesta dei tifosi del Genoa. La sospensione è stata decisa all’8° minuto del secondo tempo, dopo che il Siena aveva segnato il gol dello 0 a 4 con Giorgi, scatenando la reazione di una parte dei tifosi del Genoa, che ha cominciato a lanciare in campo fumogeni e petardi.
Mentre gli arbitri e i giocatori del Siena rientravano negli spogliatoi per attendere che la situazione rientrasse nella normalità, e una buona parte dei tifosi sugli spalti lasciavano lo stadio, un centinaio di tifosi del Genoa ha continuato le proteste. Questi, dopo essere saliti sulle balaustre che separano gli spalti dal terreno di gioco e sul tunnel che porta agli spogliatoi, pare che abbiano intimato ai propri giocatori di togliersi la maglia in segno di rispetto per la squadra, che secondo loro stavano disonorando.
Per qualche minuto in campo c’è stata una situazione surreale, con i giocatori del Genoa, rimasti in campo insieme allo staff e a qualche decina di agenti di polizia e della DIGOS, che sembravano molto scossi e indecisi sul da farsi. Poi il capitano Marco Rossi, probabilmente per accontentare le richieste del gruppo di contestatori, si è tolto la maglietta e ha cominciato a raccogliere anche quelle di quasi tutti i suoi compagni, tranne di Mesto (in lacrime), Sculli e del portiere Frey, che non hanno accettato.
Prima Sculli e poi Frey hanno discusso per qualche minuto con i contestatori. Sculli (anche lui quasi in lacrime) ha provato a spiegare la situazione a uno dei contestatori più agitati, ribadendo la propria volontà di tenersi la maglia addosso. Dopo alcuni minuti la protesta si è attenuata, probabilmente anche per la presa di posizione di Sculli e Frey. I giocatori del Genoa hanno potuto rimettere le maglie e l’arbitro, una volta rientrato in campo e dopo aver accertato che ci fossero le condizioni di sicurezza necessarie, ha fatto riprendere la partita dall’8° minuto, dopo 45 minuti dalla sospensione.
La partita si è poi conclusa sul risultato di 4 a 1 per il Siena, grazie all’autogol di Del Grosso. Ora la situazione in campionato del Genoa è molto critica: ha 1 punto di vantaggio sul Lecce (che nel frattempo ha pareggiato in casa della Lazio per 1 a 1), sua rivale diretta per restare in Serie A. È proprio il rischio di una retrocessione (dopo 5 anni di permanenza in A) che ha scatenato la rabbia dei tifosi, che nelle ultime settimane avevano già contestato duramente la squadra.
Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che è stato in campo insieme ai giocatori durante la contestazione, si è detto molto amareggiato del fatto che «60, 100 persone hanno l’impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa». I commenti e le reazioni della stampa sono state unanimi nel condannare l’accaduto.
Il blogger del Post Stefano Nazzi è intervenuto sulla vicenda e ha criticato duramente le reazioni e i commenti dei giornalisti. Secondo Nazzi quello che è accaduto a Genova oggi pomeriggio è inaccettabile, ma come molte altre cose che capitano negli stadi ad ogni giornata, a partire dalla collusione tra società e ultras, fino ai cori razzisti, mai sanzionati duramente dalle società. Nazzi ha anche attaccato il comportamento dei giornalisti italiani:
È inaccettabile che i giornalisti sportivi sappiano tutto questo e non denuncino mai un bel niente. Salvo poi dirsi scandalizzati quando l’ordine apparente viene alterato, come è accaduto a Genova.
foto: Valerio Pennicino/Getty Images