La Siria non rispetta il piano di pace, dice l’ONU
Ban Ki-moon ha detto che il regime non ha ritirato l'esercito e l'artiglieria dai centri urbani, mentre l'opposizione denuncia che le violenze continuano
Il segretario generale delle Nazioni Unite, il sudcoreano Ban Ki-moon, ha dichiarato in una lettera al Consiglio di sicurezza che la Siria non sta rispettando gli accordi previsti dal piano di pace concordato dall’inviato delle Nazioni Unite nel paese, l’ex segretario generale dell’ONU Kofi Annan.
La tregua dei combattimenti tra l’esercito governativo e le forze di opposizione è iniziata formalmente lo scorso 12 aprile e fa parte di un piano in sei punti che dovrebbe portare alla “risoluzione” del conflitto siriano. Il piano è stato accettato dal governo siriano alla fine di marzo. Ban Ki-moon ha scritto che la Siria non sta rispettando in particolare l’impegno a ritirare dai centri urbani i soldati dell’esercito e l’artiglieria pesante, e ha anche chiesto che il numero degli osservatori internazionali attualmente nel paese deve essere aumentato fino a raggiungere le 300 persone.
Il 14 aprile il Consiglio di sicurezza aveva approvato all’unanimità una risoluzione che permetteva l’invio di osservatori: un passaggio importante perché indicava che anche Russia e Cina, fino ad oggi molto cauti nell’imporre limitazioni e nel condannare la Siria, fanno pressioni sul regime perché accetti una soluzione del conflitto con la mediazione internazionale. Tra le condizioni poste dalle Nazioni Unite non si fa parola di un’eventuale rimozione dal potere del presidente siriano Bashar al-Assad.
Fin dai giorni immediatamente successivi all’entrata in vigore della tregua, le organizzazioni degli oppositori hanno denunciato che le violenze e le uccisioni da parte dell’esercito governativo in Siria sono continuate ugualmente, in particolare nella città di Homs, uno dei centri principali della ribellione contro il regime. Ieri, secondo i gruppi di attivisti, sono state uccise 30 persone in tutto il paese. Ban Ki-moon ha detto che da quando è entrata in vigore la tregua la violenza è diminuita significativamente, ma ci sono stati casi di violazione del cessate il fuoco da entrambe le parti e non si sono fatti passi avanti nei negoziati per fornire aiuti umanitari alla popolazione, né ci sono stati rilasci dei detenuti per motivi politici come promesso.
Finora, il piccolo numero di osservatori internazionali (meno di una trentina) ha potuto visitare la città meridionale di Deraa, dove non ci sono stati incidenti. Ma nel sobborgo di Damasco di Arbeen, riporta BBC, all’arrivo degli osservatori, si è radunata rapidamente una folla di manifestanti antigovernativi: sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco e la missione delle Nazioni Unite si è dovuta ritirare. Il governo siriano non ha finora permesso agli osservatori di visitare la città di Homs, mentre sono in corso trattative con il governo per definire la reale libertà di movimento che la missione avrà nel paese.
foto: Alcuni membri della missione delle Nazioni Unite in Siria in un hotel di Damasco, 19 aprile 2012.
(LOUAI BESHARA/AFP/Getty Images)