Il complicato Gran Premio del Bahrein
Si corre domenica, oggi alcuni meccanici sono finiti tra molotov e fumogeni: i responsabili della Formula 1 dicono che la gara si farà lo stesso
Domenica prossima è previsto il Gran Premio di Formula 1 del Bahrein, ma continuano le preoccupazioni sulla capacità delle autorità di mantenere la sicurezza in vista della gara, mentre nel paese si svolgono manifestazioni di protesta contro il governo con scadenza quasi quotidiana. Domani sono in programma le prove libere del GP.
Oggi quattro meccanici del team Force India sono rimasti coinvolti nelle proteste mentre tornavano nel loro hotel della capitale Manama a bordo di un fuoristrada, provenienti dal circuito dove si svolgerà la gara. Mentre percorrevano l’autostrada principale che passa per la città, sono rimasti bloccati nel traffico interrotto a causa di scontri tra manifestanti e polizia. Una bomba molotov è stata lanciata vicino all’auto, che è stata anche invasa dai lacrimogeni tirati dalla polizia. La situazione si è risolta senza che nessuno dei meccanici rimanesse ferito.
Un portavoce di Force India ha detto che la macchina non era un obbiettivo dei lanci della molotov, ma due meccanici hanno chiesto di tornare a casa per ragioni di sicurezza. Il pilota di Force India Nico Hulkenberg ha detto a BBC Sport che i team di Formula 1 “non dovrebbero essere messi in questa posizione”, mettendo in discussione l’opportunità di disputare la gara nel paese. Una dichiarazione inedita, dato che finora i piloti e le squadre avevano evitato di esprimersi direttamente sulla situazione in Bahrein, mentre il presidente della Formula 1 Bernie Ecclestone ha ripetuto più volte che la situazione è assolutamente sicura. Lo scorso anno, dopo violente proteste antigovernative che avevano causato 50 morti, il Gran Premio era stato annullato.
Il presidente del circuito del Bahrein, Zayed R. Alzayani, ha dichiarato: “[I meccanici] non erano l’obiettivo. È solo successo loro di trovarsi lì. Penso si sia trattato di sfortuna e che sia stata una questione di coincidenza temporale. Può succedere davvero in qualsiasi paese del mondo di finire intrappolati in una protesta o in uno scontro o cose del genere.”
Il Bahrein è una monarchia (dal 2002, quando l’allora emiro Hamad si è dichiarato re), governata dalla fine del Settecento da esponenti della famiglia Al-Khalifa, di religione sunnita. I sunniti mantengono i posti di comando e di responsabilità nel governo e nell’esercito, e per questo la maggioranza sciita – oltre il 70 per cento della popolazione, spesso esclusa dal benessere economico – richiede da mesi riforme e un maggior rispetto dei diritti umani. La repressione delle proteste ha causato decine di morti a partire dal febbraio del 2011.
Mercoledì circa 200 manifestanti si sono scontrati con la polizia in una delle zone più affollate di Manama, prima di essere dispersi da granate stordenti: un fatto insolito, dato che finora le proteste sono rimaste confinate nei piccoli paesi fuori dalla capitale. Gli attivisti hanno annunciato un aumento delle manifestazioni durante i giorni del Gran Premio.