Quattro giorni al voto in Francia
Le foto più belle della campagna elettorale, mentre Hollande allunga il suo vantaggio e Sarkozy cambia linea sulla Banca Centrale Europea
Gli elettori francesi saranno chiamati il prossimo 22 aprile a votare per il primo turno delle elezioni presidenziali. Dopo mesi di campagna elettorale, i principali candidati stanno concentrando il massimo dei loro sforzi – politici, economici e organizzativi – nel tentativo di superare il primo turno e arrivare al ballottaggio, previsto per il 6 maggio. I candidati favoriti sono due: il presidente uscente, Nicolas Sarkozy, del partito di centrodestra UMP, e il segretario del Partito Socialista Francois Hollande. Ci sono però almeno altri tre candidati considerati quantomeno insidiosi: Marine Le Pen, di estrema destra; Francois Bayrou, centrista; Jean-Luc Mélenchon, di estrema sinistra.
Stando ai sondaggi diffusi negli ultimi giorni, Hollande ha aumentato il suo vantaggio nei confronti di Sarkozy. In questo momento Hollande avrebbe il 29 per cento dei consensi, seguito da Sarkozy col 24 per cento. Rispetto ai sondaggi di una settimana fa, il presidente francese uscente ha perso due punti percentuali. Marine Le Pen è data al 17 per cento, Jean-Luc Mélenchon al 15 per cento, Francois Bayrou al 10 per cento. I dati, insomma, confermano la tendenza fin qui: il vantaggio di Hollande su Sarkozy e la capacità di entrambi i principali candidati di tenere a debita distanza – non senza qualche fatica – gli avversari alla loro destra e alla loro sinistra. Hollande in questo momento è in testa anche nei sondaggi sul ballottaggio, dovesse arrivarci insieme a Sarkozy: oggi avrebbe il 58 per cento dei consensi contro il 42 per cento del presidente uscente.
(La guida del Post alle elezioni presidenziali francesi)
Dopo aver passato la fase iniziale della campagna elettorale a discutere di temi sociali, soprattutto di immigrazione e identità francese, negli ultimi giorni Sarkozy ha puntato molto sul ruolo dell’Europa nella risoluzione della crisi economica. Il presidente francese ha chiesto più volte che la Banca Centrale Europea assuma un ruolo più forte, alludendo alle molte richieste – a cui la Germania si oppone fermamente – che vogliono che la principale istituzione finanziaria europea faccia da “prestatrice di ultima istanza”, garantendo liquidità teoricamente illimitata agli Stati e alleggerendo così la pressione dei mercati nei loro confronti. In questo senso Sarkozy si è avvicinato alle posizioni di Hollande, che fin dall’inizio della campagna elettorale ha molto criticato Angela Merkel e le misure di austerità imposte dall’Europa, e sta cercando di convincere i francesi che lui, più del suo avversario, è in grado di cambiare la direzione delle politiche comunitarie.
(tutti gli articoli del Post sulle elezioni 2012 in Francia)
Sarkozy ha detto inoltre che la Banca Centrale Europea non dovrebbe limitarsi a combattere l’inflazione e che dovrebbe rinegoziare il cambio col dollaro, visto che l’euro forte appesantisce la competitività delle esportazioni europee. Il Wall Street Journal scrive quanto sta accadendo in questi giorni di campagna elettorale dimostra che, comunque vadano a finire le elezioni, gli equilibri interni all’eurozona sono destinati a cambiare.