Come si mette uno Shuttle sopra un Boeing
Sono servite un'enorme gru e molta pazienza per trasportare il Discovery a Washington sopra un aereo, ieri
di Emanuele Menietti - @emenietti
Ieri, martedì 17 aprile, lo Shuttle Discovery ha sorvolato la Casa Bianca e diversi palazzi governativi del National Mall, prima di atterrare all’aeroporto di Washington. Lo ha fatto con i motori spenti e senza equipaggio a bordo, grazie a un passaggio offerto da un Boeing 747, che lo ha trasportato sulla propria fusoliera dalla Florida alla capitale degli Stati Uniti con un viaggio spettacolare seguito a terra da milioni di appassionati delle esplorazioni spaziali e di semplici curiosi. L’occasione era del resto importante, storica: quello di ieri è stato l’ultimo volo nella carriera del Discovery che, in seguito alla dismissione del programma spaziale della NASA con gli Shuttle, trascorrerà i prossimi anni allo Smithsonian National Air and Space Museum vicino Washington.
Il trasporto del Discovery è stato reso possibile grazie all’utilizzo di un Boeing 747, appositamente modificato per sopportare il peso della nave spaziale. Collocare un aereo di circa 75 tonnellate sopra un altro aeroplano non è un’operazione semplice e ha richiesto giorni di lavoro. Non era comunque la prima volta che veniva eseguita un’operazione del genere: per ragioni di sicurezza o di praticità, spesso gli Shuttle sono atterrati dopo i loro viaggi in orbita in basi aeree diverse dal loro punto di partenza presso il Kennedy Space Center in Florida. Non potendo riportare le navi spaziali via terra a causa delle grandi distanze, i progettisti della NASA elaborarono il sistema del trasporto aereo con i Boeing per risolvere il problema e riconsegnare gli Shuttle alla principale base dell’ente spaziale.
Nel corso degli anni, la delicata operazione di sollevamento e aggancio degli Shuttle sui Boeing 747 è avvenuta grazie a tre Mate-Demate Device (MDD) collocati nella base aerea di Edwards, in quella di Vandenberg e al Kennedy Space Center (per lo smontaggio dall’aereo). Un MDD è una sorta di enorme gru studiata per sollevare gli Shuttle e mantenerli appesi per giorni, attraverso cavi e tiranti, prima della loro collocazione su uno dei due 747 usati dalla NASA per il trasporto del mezzo spaziale. In assenza di un MDD in alcuni particolari casi si è proceduto al montaggio sui Boeing tramite gru mobili.
Dopo il ritorno sulla Terra e lo sbarco degli astronauti e di parte degli equipaggiamenti, lo Shuttle veniva sottoposto a una prima serie di verifiche sulla pista. Dopodiché era agganciato a un enorme trattore che, quasi a passo d’uomo, lo trascinava fino al MDD. I tecnici si occupavano poi di assicurare la nave spaziale alla gru attraverso una serie di perni e ganci, attaccati nella parte anteriore e posteriore dello Shuttle. I motori e gli argani del Mate-Demate Device facevano poi il resto, sollevando lentamente la nave spaziale. Dopo averla messa in sicurezza, sospesa a diversi metri dal suolo, i tecnici procedevano con una lunga serie di controlli e di lavori di preparazione necessari per proteggere lo Shuttle nel suo trasporto aereo. Una delle operazioni più delicate consisteva nell’installare un’appendice aerodinamica, una specie di enorme guscio, nella parte posteriore della navicella. Oltre a ridurre le turbolenze lungo il trasporto, aveva il compito di proteggere strumentazioni e parti meccaniche presenti nella zona posteriore dello Shuttle.
Terminata la preparazione, scattava la seconda delicatissima parte dell’operazione ed entrava in scena il grande Boeing 747, un aeroplano lungo 70 metri e con un’apertura alare di quasi 60 metri. Con una lunga serie di manovre, e molto lentamente, l’aereo veniva collocato al di sotto dello Shuttle, avendo cura di allineare i perni e gli agganci per assicurare insieme i due velivoli. Successivamente, la gru faceva scendere lo Shuttle sul Boeing 747, che in genere non accusava più di tanto il colpo, a parte flettersi leggermente sui propri carrelli. Lo Shuttle rimaneva in equilibrio, solo apparentemente precario, sulla fusoliera del 747 grazie a un aggancio collocato al di sotto del suo muso e ad altri due sostegni collocati in prossimità delle sue ali. Il Boeing 747 si spostava poi sulla pista di decollo dove partiva dopo una lunga rincorsa sull’asfalto.
Per preparare e realizzare il trasporto del Discovery avvenuto ieri è successo qualcosa di simile. Il volo è stato realizzato con il NASA 905, uno dei due Boeing 747 modificati utilizzati dall’ente spaziale per questo tipo di trasporti. Il viaggio a bordo di questi aerei non è particolarmente raccomandabile e farebbe rimpiangere quelli sulla più sgangherata delle compagnie low cost. Per ridurre il più possibile il peso dell’aereo, che deve poi sobbarcarsi l’ingombrante passeggero spaziale, i tecnici della NASA hanno eliminato dai loro Boeing i sedili, le cappelliere, i sistemi di condizionamento e tutti gli altri interni che solitamente si trovano su un aeroplano. Questa soluzione ha consentito di ridurre il peso dei due 747 e di collocare i sistemi di sostegno e di rinforzo per la fusoliera per sopportare il peso degli Shuttle.
I due velivoli messi insieme arrivano a pesare più di 190 tonnellate (molto dipende dal carico dello Shuttle). Durante un volo normale un 747 modificato della NASA consuma circa 9mila chilogrammi di carburante ogni ora, quando vola trasportando uno Shuttle il consumo raddoppia. Il NASA 905, che ieri ha trasportato il Discovery fino a Washington, nei prossimi mesi si occuperà anche degli ultimi viaggi degli altri Shuttle. Trasporterà l’Enterprise a New York e l’Endeavour a Los Angeles. Lo Shuttle Atlantis, invece, sarà trasportato nell’area visitatori del Kennedy Space Center in Florida e non avrà bisogno di un passaggio aereo per arrivarci.