Chi era Piermario Morosini
La Stampa racconta la breve vita del giocatore del Livorno morto ieri durante una partita
Fabio Poletti sulla Stampa racconta la breve vita di Piermario Morosini, il giocatore del Livorno morto ieri durante la partita di calcio di Serie B contro il Pescara.
La vita gli aveva regalato quasi niente. La morte si è presa tutto. A nemmeno 26 anni – li avrebbe compiuti il 5 luglio – Piermario Morosini aveva imparato a convivere con così tanto dolore che si fa fatica anche a immaginarlo. A quattordici anni un brutto male aveva portato via suo padre Aldo, due anni dopo la madre Camilla. Gli erano rimasti un fratello e una sorella più grandi, entrambi disabili gravi. Il primo si è suicidato pochi anni fa, la sorella è ricoverata da sempre in un istituto. C’era zia Miranda a occuparsi di lui, che oggi se fosse ancora viva avrebbe più di novant’anni. Eppure, con tutto questo dolore che avrebbe schiantato chiunque, Piermario Morosini si era aggrappato all’esistenza come pochi. «Spesso mi sono chiesto perché sia capitato tutto a me, ma non riesco mai a trovare una risposta e questo mi fa ancora più male. Però la vita va avanti», si era confidato sette anni fa con un amico giornalista del «Guerin Sportivo», l’anno in cui era passato dalla giovanile dell’Atalanta all’Udinese, l’anno in cui aveva iniziato a mettere le ali ai piedi.
I primi calci li aveva tirati sul campetto del Monterosso, a Bergamo dove ogni tanto tornava. Ma erano più le volte in cui Anna, Anna Vavassori, la sua fidanzata, volava a Livorno da lui con il cagnolino Whisky. Anna che su «Twitter» mette le foto dell’ultima gita all’Elba e un messaggio da ragazzina: «Magia complicità occhi luce felicità incontri futuro meraviglia splendido amore».
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foto: Maurizio Lagana/Getty Images