Le critiche del cdr di Repubblica sull’iniziativa “Reporter”
Repubblica ha lanciato l’11 aprile un’iniziativa chiamata “Reporter“, volta a selezionare videoreporter di cui pubblicare materiali e da far “entrare nella nostra scuola di videogiornalismo”. Il comitato di redazione di Repubblica si esprime oggi con dei dubbi sull’iniziativa con un comunicato pubblicato a pagina 25 del giornale.
IL CDR di Repubblica esprime disappunto per la vicenda relativa a Reporter, la nuova sezione di Repubblica.it aperta ai contenuti degli utenti, iniziativa che ha da subito sollevato polemiche e perplessità all’interno e all’esterno del giornale, con un immediato e tangibile danno d’immagine per lo stesso e per il Gruppo.
Come evidenziato dalla Giunta della Fnsi, la produzione di materiale giornalistico, specie se corredata dalla ipotesi di una attività di formazione professionale, non può che avvenire nella cornice delle norme sancite dal Contratto giornalistico nazionale per quanto riguarda le prestazioni professionali, sia per quanto attiene all’aspetto retributivo, sia per quanto riguarda il discutibile ricorso a una società esterna per la valutazione del prodotto. Aspetto, quest’ultimo, che una nota dell’Azienda non solo conferma ma addirittura rivendica.
Il Cdr prende atto della rettifica apparsa sul sito concernente gli aspetti retributivi e delle scuse da parte di uno dei responsabili dell’iniziativa. Si augura che l’azienda completi il percorso di revisione critica dell’iniziativa e richiama la stessa alla correttezza nelle relazioni sindacali, evitando in futuro di ripetere il lancio di simili iniziative (come la stessa “Blu” per il pubblico di Facebook) senza la previa informazione al Cdr stesso come previsto dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Il Cdr ribadisce la propria non ostilità preconcetta a nuovi progetti editoriali ma chiede il rispetto delle regole. A maggior ragione in un momento in cui con l’Azienda è stato avviato un dialogo – nell’ottica degli investimenti per le nuove iniziative editoriali – per una razionalizzazione delle risorse interne compatibile con una regolamentazione delle forme di lavoro atipico all’interno della cornice del contratto nazionalee delle tabelle retributive dell’Odg, con un occhio di riguardo alle norme sull’equo compenso in discussione al Parlamento. Il cdr di Repubblica