Che cos’è la “Buffett Rule”
In cosa consiste la proposta di Obama sulle tasse per i ricchi, criticata dai repubblicani, e perché è intitolata al terzo uomo più ricco del mondo
Ieri Barack Obama ha partecipato a un evento alla Casa Bianca per promuovere nuovamente la cosiddetta “Buffett Rule”, un progetto di legge fiscale che prevede un aumento della tassazione per gli statunitensi che guadagnano più di un milione di euro all’anno, concentrata in particolare su un innalzamento delle tasse sui profitti derivanti da investimenti.
La proposta di legge viene chiamata “legge Buffett” in riferimento al miliardario Warren Buffett, che ha più volte denunciato che gli americani più ricchi, come lui, pagano in proporzione molte meno tasse rispetto ai normali lavoratori. Buffett ha spiegato che gran parte dei suoi guadagni deriva dagli investimenti, che sono tassati al 15 per cento – un’aliquota molto bassa – e che quindi in definitiva lui paga meno tasse della sua segretaria, che paga un’aliquota del 35 per cento. La “regola Buffett” vorrebbe intervenire su questo squilibrio del sistema fiscale americano, garantendo che i milionari paghino almeno la stessa percentuale di quella pagata dai contribuenti della classe media.
(Quelli dell’uno per cento, qualche dato dell’Economist sulla ristretta minoranza dei più ricchi degli Stati Uniti)
Della “legge Buffett” si parla da più di sei mesi. Il New York Times anticipò la presentazione della nuova proposta legislativa da parte di Obama a metà settembre 2011, dicendo che i ricavi sarebbero serviti a finanziare l’American Jobs Act, una legge proposta nello stesso periodo dall’amministrazione Obama per rilanciare l’economia americana, che prevede circa 450 miliardi di dollari di investimenti in opere pubbliche e incentivi fiscali a famiglie e imprese. Una prima proposta di alzare la tassazione sui super-ricchi, presentata dal leader dei democratici in Senato Harry Reid, era stata però bocciata dal Congresso poco dopo.
Obama ha parlato di nuovo della proposta nel discorso sullo stato dell’Unione del 25 gennaio 2012, e il primo febbraio 2012 è stato presentato al Senato degli Stati Uniti un progetto di legge (primo firmatario Sheldon Whitehouse, senatore democratico del Rhode Island) chiamato “Paying a Fair Share Act” (“pagare una parte equa”) che propone un innalzamento delle imposte complessive al 30 per cento per chi guadagna più di un milione di dollari, come aveva proposto in passato Obama. Il “Paying a Fair Share Act” dovrebbe essere votato dal Senato il prossimo 16 aprile, ma dato che la Camera dei deputati statunitense è controllata dai repubblicani è molto difficile che il progetto venga definitivamente approvato: la proposta di legge sembra quindi essere in primo luogo uno strumento per indirizzare la campagna elettorale e costringere Mitt Romney a parlare di tassazione per i più ricchi. Argomento sensibile, dato che il probabile prossimo candidato alle presidenziali dei repubblicani fa parte del ristretto numero degli statunitensi che guadagnano diversi milioni di dollari l’anno (e si oppone a qualsiasi aumento delle tasse, come tutti i repubblicani).
Negli Stati Uniti le tasse ai ricchi sono state drasticamente abbassate durante l’amministrazione Bush e sono tutt’ora terreno di aspro scontro politico. Da diversi mesi si confrontano i pro e i contro all’introduzione di una maggiore tassazione per i più ricchi, con alcuni economisti che hanno smentito le affermazioni di Buffett sostenendo che gran parte dei guadagni dei milionari non deriva dagli investimenti ma dal loro stipendio. Ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un editoriale molto duro contro la proposta di aumento della tassazione. Oggi la Casa Bianca ha diffuso un video che spiega concretamente la proposta prendendo ispirazione da una celebre scena di The West Wing, l’acclamata serie tv sulla politica statunitense.
foto: JIM WATSON/AFP/Getty Images