La guerra sul ghiacciaio Siachen
La storia e le foto del luogo dove si combatte "una delle battaglie più inutili della storia" e dove ieri oltre 120 soldati pachistani sono stati travolti da una valanga
Ieri sul ghiacciaio Siachen c’è stata una grossa valanga che ha travolto e apparentemente ucciso almeno 135 persone, tra cui 124 soldati pachistani. Il ghiacciaio Siachen fa parte del Kashmir, la regione contesa tra India e Pakistan dalla metà del Novecento. Qui per alcuni si combatte teoricamente una delle battaglie più inutili della storia, nonché quella alla maggiore altitudine nel mondo: il ghiacciaio Siachen è infatti una zona pressoché disabitata, dal clima polare (non a caso viene soprannominato anche “il terzo Polo”) che però ospita dal 1984 avamposti di soldati indiani e pachistani che si contendono una striscia di terra lunga circa 70 chilometri ad altitudini comprese tra 3.620 e 5.723 metri. Quello di Siachen è il ghiacciaio più esteso del Karakoram ed il secondo del mondo, escluse le aree dei Poli.
Il Siachen è diventato un luogo di battaglia – ma forse sarebbe meglio dire di stallo -dall’aprile del 1984, quando, nell’ambito della contesa del Kashmir e dell’operazione militare Meghdoot (ossia “divino messaggero delle nuvole”), venne occupato dalle truppe indiane insieme ai passi di Sia La, Bilafond La e Gyong La delle montagne Saltoro. L’esercito pachistano rispose all’offensiva, ma col tempo è comunque retrocesso fino al lato occidentale delle Montagne Saltoro (controllando comunque alcune valli ghiacciate intorno) e dunque a cedere, nel corso degli anni, molto terreno all’India, circa 2.500 chilometri quadrati. Nel 2003 i due paesi hanno firmato un cessate-il-fuoco ma i soldati ancora stazionano sul ghiacciaio e i rispettivi paesi spendono milioni di euro all’anno per tenerli lì a combattere qualche scaramuccia di tanto in tanto.
Le condizioni per i soldati sul Siachen sono molto dure. Data l’altitudine, si hanno molti problemi di salute legati al clima rigido – le temperature possono arrivare a -50 gradi – e dunque i militari in servizio in quella zona devono essere costantemente sostituiti da altri per non subire danni permanenti. Oggi il Siachen è amministrato de facto dall’India come parte dello stato di Jammu e Kashmir, sebbene il Pakistan continui a rivendicare il possesso della regione. La nuova linea di frontiera stabilita sul ghiacciaio si chiama “Actual Ground Position Line” (“Linea dell’effettiva posizione sul terreno” o AGPL), ed è diventata la nuova linea di demarcazione tra i due paesi, sebbene non riconosciuta come un vero e proprio confine internazionale.
Il Kashmir è una regione a nord del confine tra India e Pakistan ed è al centro delle rivendicazioni politiche dei due stati dal 1947, anno in cui il Pakistan ottenne l’indipendenza dal Regno Unito. Dopo la fine del primo conflitto nel 1949, la regione fu divisa in due parti: la più estesa, quella a sud, fu assegnata all’India. Da allora il Pakistan ha continuato a rivendicare il territorio, assumendo posizioni sempre più aggressive e intensificando le sue pressioni politiche fino a sostenere la formazione di movimenti insurrezionali. Alcuni di questi chiedono la costituzione di uno stato sovrano e indipendente, come accadde per il Bangladesh nel 1971. Altri chiedono l’annessione al Pakistan. Il conflitto finora ha causato oltre 68 mila morti, la maggior parte civili.
Oggi il presidente pachistano Asif Ali Zardari si è recato in India dove ha incontrato il premier Manmohan Singh. Si tratta della prima visita in India da parte di un presidente pachistano negli ultimi sette anni ma i due, secondo quanto si apprende, dovrebbero parlare principalmente di questioni economiche evitando i principali contenziosi politici e territoriali.