La bolla speculativa della bresaola
Francesco Piccolo racconta sulla Lettura la sua dieta e perché questa avrà disastrose conseguenze globali
Su La Lettura di oggi lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo racconta la sua esperienza con la “dieta Dukan”, che si basa principalmente sull’assunzione di proteine, evitando carboidrati e zuccheri. Piccolo dice di aver perso sette chili alla fine della dieta, ma di esser diventato allo stesso tempo molto irascibile e di aver fatto, insieme ad altre persone, “un danno economico di non poco conto”.
Anch’io ho fatto la dieta Dukan. Ho mangiato soltanto proteine per tre giorni (si chiama «fase d’attacco»), e in seguito un giorno proteine e verdura e un altro solo proteine, fino al raggiungimento del peso suggerito. Alla fine, ho perso sette chili, e sono molto soddisfatto della dieta. Soprattutto perché ho anche imparato una serie di cose. Prima di tutto, il corpo ha bisogno di rigatoni e Oro Saiwa molto di più di quanto si possa immaginare. La notte non sognavo altro. Sognavo anche Scarlett Johansson, ma ho scoperto che il corpo e la mente umana possono fare a meno di Scarlett, ma non degli Oro Saiwa. Scoperta piuttosto interessante, e in qualche modo confortante.
Poi, ho capito in modo più preciso perché le tigri e i leoni sono così aggressivi. In pratica, anche loro fanno la Dukan. In modo estremo, oltretutto, nel senso che praticano la fase di attacco (che negli esseri umani varia da tre a cinque giorni) per tutta la vita. L’ho capito perché nei giorni della dieta sono diventato una persona estremamente aggressiva. Le energie molto attive delle proteine sono bilanciate da carboidrati e zuccheri che rendono più paciosi e sonnolenti. Ma se le lasci agire da sole, sono incontrollabili. Ho mandato a quel paese, urlando, una enorme quantità di persone, e la dieta è finita in tempo utile per non perdere tutti i lavori che mi ero procurato. Per l’intera giornata in cui ingurgiti proteine, non hai altro desiderio che picchiare qualcuno. Una volta ho preso mio figlio, l’ho piantato contro il muro tenendolo per il bavero, gli ho urlato cose irripetibili a voce molto alta e a distanza ravvicinatissima, e se non mi avessero fermato gli avrei dato una testata in faccia. Tenete conto che mio figlio ha poco più di tre anni.
L’altra cosa che ho imparato, è ancora più sorprendente: essere così aggressivi dà una sensazione molto piacevole. Pericolosamente piacevole. Mi rendevo conto che esageravo, ma allo stesso tempo pensavo che non avrei più voluto fare ameno di tutta quella aggressività. Da allora, guardo alle tigri e ai leoni con molta simpatia, perché penso che sono sempre in quello stato euforico in cuimi sono sentito in quei giorni, pronti a scattare a qualsiasi provocazione. Li invidio un po’, ora.
Però, la differenza tra noi umani e le tigri, sia in generale sia nel caso particolare della dieta Dukan, è che noi abbiamo il frigorifero e loro no. Loro devono fare una certa fatica per procurarsi il cibo, tanto che il «National Geographic» è spinto a filmarli, mentre non ha nessun interesse a filmare noi mentre compriamo proteine al supermercato o apriamo il frigorifero per mangiarle. Dukan, che era un medico normale e ora ha assunto le sembianze di un guru (e io lo riconosco come tale), mette tutta una serie di regole, esclude il prosciutto, per esempio. Io sono arrivato a fare la sua dieta in modo del tutto consapevole: ho letto il libro, ho ponderato a lungo, emi sono reso conto che aveva due caratteristiche favorevoli: si poteva mangiare in quantità libera, anche esagerata (una sera ho cenato con sette fette di carne); e dovevo mangiare carne e pesce, che mi piacciono moltissimo. Prima di cominciare, non avrei mai sospettato che a un certo punto sarei quasi svenuto davanti a un pacco di Gentilini.
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