I golpisti del Mali si ritirano
La giunta militare ha annunciato di aver trovato un accordo con l'ECOWAS: lascerà il potere al capo del Parlamento in cambio della rimozione delle sanzioni
I leader della giunta militare che ha deposto il governo del Mali hanno annunciato di avere raggiunto un accordo con l’ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, un’organizzazione internazionale di 15 stati a cui appartiene anche il Mali (anche se è stato sospeso subito dopo il colpo di stato). I militari consegneranno il potere e in cambio l’organizzazione internazionale ritirerà le sanzioni economiche e commerciali che aveva emesso in queste due settimane. I leader della giunta militare e quelli dell’ECOWAS hanno annunciato l’accordo venerdì in tarda serata con un messaggio trasmesso dalla tv del Mali.
Il piano prevede che il leader della giunta militare, il capitano Amadou Sanogo, ceda il potere al presidente del Parlamento, Diouncounda Traore, che si insedierà col mandato di organizzare le prossime elezioni. Inoltre, prevede un’amnistia sulle persone coinvolte nel colpo di stato. Le sanzioni rimosse avevano chiuso tutti i confini del Mali eccetto che per ragioni umanitarie, avevano congelato i conti correnti del Mali e avevano impedito alle aziende nazionali l’accesso ai porti degli altri paesi dell’ECOWAS. Il presidente deposto, Amadou Toumani Toure, sarà libero di vivere dove vuole ma sotto scorta. L’accordo non prevede dei tempi entro i quali Sanogo debba ritirarsi ma in caso di mancato rispetto dei patti entrerebbero in vigore sanzioni ancora più pesanti.
L’annuncio è arrivato nello stesso giorno in cui un movimento ribelle di tuareg ha annunciato l’indipendenza di una porzione settentrionale del territorio del Mali, che chiamano Azawad. Il movimento ha chiesto il riconoscimento ufficiale delle Nazioni Unite ma la richiesta è stata rigettata dalla grandissima parte dei governi africani e mondiali. La ribellione dei tuareg è secondo molti alla base del colpo di stato avvenuto il 22 marzo, perché i militari erano da tempo scontenti del governo di Touré, e diverse loro recriminazioni sembrano fondate: nella lotta contro i guerriglieri tuareg e di al-Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI) erano costantemente male equipaggiati e male addestrati. L’esercito maliano usa ancora molti fucili Simonov, prodotti in Unione Sovietica, che li smise di utilizzare negli anni Cinquanta; in un caso, l’esercito abbandonò veicoli militari ai guerriglieri perché gli unici in grado di pilotarli erano morti.