Il presidente del Malawi è morto?
Lo dicono BBC e Reuters citando medici e membri del governo, ma non c'è ancora una conferma ufficiale
Il presidente del Malawi Bingu wa Mutharika è morto ieri a 78 anni, secondo quanto riportano Reuters, AFP, Al Jazeera e BBC citando fonti mediche e membri del governo locale. Non ci sono ancora conferme ufficiali. Ieri il presidente aveva avuto un attacco cardiaco ed era stato portato a un ospedale di Lilongwe, la capitale: secondo le fonti citate da Reuters sarebbe stato già morto al momento dell’arrivo in ospedale. I media ufficiali, secondo quanto riporta Associated Press, hanno invece annunciato venerdì mattina che il presidente Mutharika è vivo ed è stato portato in Sudafrica per essere curato.
La costituzione del paese prevede che il vicepresidente Joyce Banda assuma le funzioni presidenziali, ma la questione potrebbe essere complicata dall’espulsione di Banda dal partito di Mutharika nel 2010, dopo che i due si erano scontrati duramente. Il presidente Mutharika, ex economista della Banca Mondiale, venne eletto per un secondo mandato di cinque anni (l’ultimo permesso dalla Costituzione) nel 2009, ma negli ultimi anni erano cresciute le accuse nei suoi confronti di nepotismo e di sperpero di denaro, che hanno causato alcune violente proteste tra la popolazione. Secondo alcuni osservatori, Mutharika lavorava per fare di suo fratello Peter, 71 anni e attuale ministro degli Esteri, il suo successore.
Nel 2004 Mutharika venne eletto per la prima volta con il Fronte Unito Democratico (United Democratic Front, UDF) di orientamento liberale e democratico e che formò l’opposizione al partito di maggioranza tra il 1963 e il 1993, il nazionalista Partito del Congresso del Malawi (Malawi Congress Party, MCP), ma pochi mesi dopo l’elezione uscì dall’UDF accusandolo di essere troppo corrotto e fondò un suo partito, il Partito Progressista Democratico (Democratic Progressive Party, DPP) con cui si candidò a un secondo mandato. Lo vinse facilmente, grazie al periodo di forte crescita economica che attraversava il paese. Nell’ultimo periodo, anche all’interno del DPP ci sono state molte lotte interne, mentre solo due settimane fa Mutharika aveva ripetuto di non avere nessuna intenzione di dimettersi, nonostante le proteste degli attivisti per gli arresti di oppositori politici e le manifestazioni di piazza contro di lui.
Le critiche al crescente autoritarismo di Mutharika hanno portato a una crisi con alcuni paesi fornitori di aiuti economici e umanitari al paese, e in particolare con il Regno Unito: nell’aprile del 2011, un quotidiano del Malawi pubblicò un messaggio diplomatico dell’Alto Commissario britannico (il rappresentante della corona britannica con funzioni di ambasciatore, dato che il Malawi è parte del Commonwealth) Fergus Cochrane-Dyet, in cui definiva il presidente “sempre più autocratico e intollerante”. Cochrane-Dyet venne espulso e da allora, nonostante le successive scuse di Mutharika, le normali relazioni diplomatiche non sono state ristabilite e gli aiuti umanitari sono stati tagliati. Anche Stati Uniti e Unione Europea hanno ridotto gli aiuti, portando a carenze di carburante e di denaro nelle città del Malawi. Contro il presidente Mutharika ci sono state manifestazioni violente nel luglio dello scorso anno, che causarono dieci morti.
Il Malawi, una striscia di territorio stretta e lunga nell’Africa sudorientale, è uno dei paesi più poveri del mondo, in cui gran parte della popolazione vive ancora di agricoltura di sussistenza, sotto la continua minaccia di disastri naturali dovuti alternativamente a piogge e a carestie. Per circa 30 anni dopo l’indipendenza dal Regno Unito, il paese è stato governato dall’autoritario presidente Hastings Kamuzu Banda, ma a partire dal 1993 si sono tenute nel paese quattro elezioni democratiche che ne hanno fatto un esempio di relativa stabilità e democrazia. La corruzione nel paese è comunque molto diffusa, e la popolazione continua a soffrire di altissimi tassi di povertà e di diffusione dell’AIDS.