I 55.000 film di Salemi
La storia di una sterminata collezione di DVD e VHS donata al paese di Salemi, in Sicilia, e della lentezza con cui viene aperta al pubblico
di Massimo Di Martino
Se il signor Yong-man Kim, cinefilo newyorkese di origini coreane, avesse saputo che la sua preziosissima collezione di 55.000 DVD e VHS donata al Comune di Salemi è rimasta negli scatoloni per quasi due anni, forse, avrebbe scelto un altro modo di conservarla. Una vita dedicata alla ricerca sulla settima arte, quella di Kim, da quando, nel 1987, aprì la sua prima videoteca a St. Marks Place, nell’East Village di New York, con “appena” 8 mila titoli.
Poi la crisi, nel 2008, con l’avvento di Internet, della pirateria informatica e i prezzi folli dell’audiovisivo. Prima di mollare il commerciante coreano, che nel frattempo aveva raccolto il meglio del cinema indipendente americano e orientale, lanciò un appello sul web nella speranza di trovare un mecenate in grado di salvare la sua preziosa collezione, ponendo solo tre condizioni: tenerla intatta, aggiornarla e renderla accessibile.
All’appello nel 2009 risposero in trenta, ma il colpaccio riuscì solo a Franca Pauli e Dario Colombo della Fondazione Clio, che trovarono nell’amministrazione comunale di Salemi presieduta dal sindaco Vittorio Sgarbi una sponda favorevole. Ad appoggiare l’iniziativa c’era anche l’assessore alla Creatività, Oliviero Toscani, e nel febbraio del 2009 un container stracolmo di scatoloni arrivò dal porto di Palermo nel centro storico di Salemi, in piazza Libertà, e migliaia di dvd, direttamente da New York, vennero trasportati nella loro nuova sede dentro una folcloristica motoape.
E giù i primi entusiastici commenti: “La renderemo fruibile e la valorizzeremo – disse Sgarbi – Abbiamo avviato contatti anche con la Biennale di Venezia: penso che per il futuro ne possa nascere una proficua collaborazione. In Sicilia la collezione verrà anche digitalizzata e offerta alla fruizione degli studenti universitari”. Gli fece eco Toscani: “I newyorkesi sono molto arrabbiati per il fatto che la collezione sia finita in Sicilia. È accaduto perché Salemi è il futuro mentre New York è il passato. È questa l’unica vera ragione per cui ce la siamo aggiudicata”.
Pacche sulle spalle per tutti e grande partecipazione anche della Regione Sicilia, che dispone un contributo di 867 mila euro per il progetto biennale GI.A.C.S. (capofila Arcidonna, partner Comune di Salemi e Associazione Cici) presentato nell’ambito del Programma APQ “Giovani protagonisti di sè e del territorio” – Bando Multiazione. Il progetto, che scadrà nel giugno prossimo, prevede che il Comune di Salemi, nella qualità di ente partner, si occupi anche dell’allestimento del Centro Kim, e l’Associazione Cici dell’archiviazione e della gestione della Kim’s Video Collection.
Tutto è bene quel che finisce bene, diceva qualcuno, fino a quando Oliviero Toscani, non più assessore a Salemi dopo la rottura con Sgarbi, decise di inviare nello scorso febbraio una lettera al governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, con un appello accorato per comunicargli che la collezione Kim ”sta marcendo all’umido, in mezzo a topi e scarafaggi”. Il vicesindaco Antonella Favuzza replicò al fotografo: “L’archivio dei film è integro e custodito in ottime condizioni. Tra l’altro è attualmente oggetto di un certosino lavoro di catalogazione e di digitalizzazione per consentirne la consultazione anche attraverso il web”. Anche Antonina Grillo, coordinatrice del progetto di catalogazione dell’archivio “Kim’s Video”, che ha sostituito nel frattempo Giovanna Genco, dice la sua: “Toscani non mette piede a Salemi da oltre un anno. Non sa nemmeno dove sono custoditi i film. È il solito mistificatore. La sola cosa a cui era interessato era acquisire personalmente l’archivio, ma Vittorio Sgarbi gliel’ha impedito”.
A complicare le cose sono arrivate le dimissioni di Sgarbi. Il critico d’arte rinunciò alla poltrona da primo cittadino dopo che gli ispettori del Viminale minacciarono lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose (scioglimento poi avvenuto alla fine di marzo).
Non restava che dare un’occhiata di persona, ma per un intero mese nessuno degli interpellati, Comune di Salemi, Associazione Cici, ArciDonna, Regione Siciliana, autorizza l’accesso della stampa al centro Kim, un palazzetto multifunzionale appena fuori dal centro storico di Salemi. Il 20 marzo è arrivato in città il commissario straordinario Guglielmo Serio per sostituire sindaco e giunta fino alle prossime elezioni amministrative, forse nel 2014, e finalmente si sono aperte le porte della “Kim’s video”. L’ottantaduenne magistrato non conosce bene la storia della collezione, ma dice di “capire la straordinaria potenzialità di questo sancta sanctorum cinematografico” e annuncia un’ispezione.
L’articolista Enrico Tilotta, con un contratto precario fino a dicembre, ci fa da cicerone e ci mostra la sua nuova casa, un alloggio al secondo piano del museo che occupa solo da una settimana: “È stata una settimana intensa – ci dice – il trasloco dei mobili e l’arrivo della nuova scaffalatura per i DVD, che non è sufficiente però per contenerli tutti”. Centinaia di scatoloni sono infatti ancora per terra in maniera provvisoria e sono stati sistemati alla rinfusa, mentre una sola parete ospita i film finora catalogati. Si fermano a 3582, su un totale di cinquantacinquemila titoli.
Prendiamo a caso alcuni DVD che attirano la nostra attenzione, horror coreani e manga giapponesi, ma alcuni di questi sono privi del dischetto ed altri imprigionati nella custodia antitaccheggio. Le altre sale del museo sono vuote: né un tavolo, né una sedia, nessuna traccia di computer o materiale informatico. Arriva Antonina Grillo, la responsabile del progetto, che commenta: “Il locale è finalmente fruibile, soltanto una settimana fa è arrivato il parere favorevole per il collaudo tecnico, ma rimane ancora da verificare l’impianto elettrico”.
Risulta un ammanco di diecimila titoli e chiediamo un elenco dei film che sono stati regalati da mister Yong-man Kim, ma l’elenco non si trova. “Molti erano doppioni e molte custodie erano vuote”, precisa la Grillo. Sul portale Trapaniok.it c’è una denuncia di Vittoria Napoli del febbraio scorso: “Io fino nell’autunno dell’anno scorso ho avuto a che fare con quelli della Fondazione Cici e sono stata un paio di volte al Centro. So benissimo di cosa si parla. Posso assicurarvi che l’attenzione per i DVD era minima: rimanevano ammassati nelle scatole alla mercé di umidità o di possibili atti vandalici. Ricordo benissimo come molte custodie, soprattutto quelle non munite del sistema di security antitaccheggio, erano vuote, come risultavano vuote almeno una decina di custodie VHS che mi sono trovata a maneggiare. Ho fatto presente la cosa al ragazzo che, molto pacificamente, ha accennato a come ci fossero ormai in giro almeno una ventina di copie delle chiavi dei locali. Praticamente chiunque poteva entrare e prendersi ciò che voleva. Non ho mai visto un custode, e c’era un signore, suppongo un impiegato comunale, che stava a volte fuori ma che non dormiva lì”. Antonina Grillo rilancia al mittente tutte le accuse: “Sono false, solo il Comune ha le chiavi”.
Aggiornamento: il Comune di Salemi ha diffuso queste obiezioni ad alcune informazioni contenute in questo articolo.