Le scommesse e le partite truccate
Il punto della situazione sulle inchieste sul calcio: che sono due, una a Cremona e una a Bari, e potrebbero avere conseguenze pesantissime sui campionati
Ieri i carabinieri hanno arrestato Andrea Masiello, calciatore dell’Atalanta, e due suoi amici scommettitori, Giovanni Carelli e Fabio Giacobbe. Masiello era a Bergamo ma l’inchiesta ha a che fare con la scorsa stagione, che aveva disputato a Bari. I tre sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva, l’inchiesta è condotta dalla procura di Bari. Ed è la terza inchiesta in corso su calcio, partite truccate e scommesse, ed è bene non fare confusione.
Il caso Masiello
Insieme alle tre persone arrestate ieri, la procura di Bari ha messo sotto indagine venti persone – tra cui 8 ex giocatori del Bari – e sta indagando su nove partite considerate sospette, tutte del Bari. I filoni dell’inchiesta sono tre, ha spiegato il procuratore Laudati: il ruolo del calciatori, gli scommettitori esteri, gli interessi della criminalità organizzata. L’indagine riguarda esclusivamente il Bari ed è stata avviata grazie agli atti trasmessi dalla procura di Cremona (che è titolare di un’altra inchiesta su calcio e scommesse, ci arriviamo).
Stando a quanto ricostruiscono oggi tutti i giornali, ieri Masiello avrebbe ammesso di aver fatto volontariamente autogol durante la partita tra Bari e Lecce nella penultima giornata della scorsa stagione. Il video di quell’autogol – effettivamente piuttosto goffo, ma questo di per sé non vuol dire niente – è circolato moltissimo online ieri.
Masiello avrebbe detto di essere stato contatto da alcuni “emissari del Lecce” che gli offrirono 300mila euro, da dividere tra chi avrebbe partecipato alla combine. Foschini e Mensurati su Repubblica di oggi ricostruiscono l’accaduto così.
Le casse della società erano rimaste a secco, e quindi i calciatori del Bari provarono ad arrangiarsi da soli. A volte ci riuscirono altre no. Gli ultrà se ne accorsero e invece di protestare come fanno di solito gli ultrà decisero di approfittarsene, costringendo i propri “beniamini” a perdere un paio di partite in più così da poterci guadagnare un po’ di soldi.
La partita truccata avrebbe provocato una reazione a catena: per rientrare dei soldi spesi per comprare la partita contro il Bari, il Lecce – ormai certo della salvezza – avrebbe perso apposta la partita successiva contro la Lazio. Vari giocatori hanno detto di essere stati a conoscenza di queste manovre e agli atti ci sono le reazioni disgustate di molte di loro (che però non hanno denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine). Gli ultras avrebbero minacciato i giocatori del Bari chiedendogli di perdere in almeno una circostanza: offerta di cui si parlò anche con l’allenatore, Bortolo Mutti, che consigliò ai giocatori di “giocarsi la partita”, “dirlo alla società” e ignorare le minacce.
L’altra inchiesta
La prima inchiesta è quella dello scorso giugno, condotta dalla procura di Cremona: quella che aveva portato all’arresto, tra gli altri, di Beppe Signori, insieme a diversi altri calciatori ed ex calciatori. È l’inchiesta che ha raccontato il gruppo dei cosiddetti “zingari”, presunta associazione a delinquere dedita a muovere le scommesse – soprattutto all’estero – e condizionare i risultati delle partite contattando i calciatori, promettendo loro parte delle vincite o minacciandoli. La Federcalcio per queste vicende ha già penalizzato di 6 punti l’Atalanta e l’Ascoli, ha squalificato il calciatore Cristiano Doni per tre anni e mezzo e il suo compagno di squadra Manfredini per tre anni. Manfredini è stato poi prosciolto in secondo grado.
L’inchiesta ha avuto una seconda fase lo scorso dicembre, quando 17 persone sono state arrestate, sempre su indicazione della procura di Cremona. Tra le persone arrestate c’erano cinque calciatori, tra cui di nuovo Cristiano Doni e Luigi Sartor. La procura di Cremona ha segnalato una serie di partite dai risultati sospetti, che si aggiungono alle 38 segnalate lo scorso giugno. Tra queste ci sono Brescia-Lecce (2-2), Brescia-Bari (2-0) e Napoli-Sampdoria (4-0) della Serie A 2010-2011. Tra le persone arrestate c’erano poi alcuni cittadini stranieri, sospettati di appartenere alla presunta associazione a delinquere. La seconda fase dell’inchiesta ha preso il via grazie alla denuncia di un calciatore del Gubbio, Simone Farina, a cui sarebbero stati offerti 200 mila euro per manipolare il risultato della partita di Coppa Italia giocata tra Gubbio e Cesena lo scorso 30 novembre ma che ha rifiutato e sporto denuncia. A fare l’offerta sarebbe stato Alessandro Zamperini, ex calciatore, anche lui tra gli arrestati, che all’interno dell’organizzazione avrebbe avuto la “competenza” delle partite di Coppa Italia. Un altro ex calciatore arrestato, Carlo Gervasoni, aveva il compito di reclutare i cosiddetti “zingari”, come erano chiamate le persone che si stabilivano nell’albergo che ospitava le squadre ospiti e da lì cercavano di corrompere e condizionare i calciatori.
Che cosa succede adesso
Il procuratore di Bari, Laudati, ha detto che «gli arresti di oggi [ieri, ndr] non sono che un piccolo tassello di una inchiesta molto più ampia» e secondo il Corriere della Sera “dalle carte depositate si intuisce che nel prossimo capitolo saranno molti i club – Bologna, Sampdoria e Parma su tutti – a tremare”. Repubblica spiega che le squadre direttamente o indirettamente coinvolte potrebbero essere fino a otto – Atalanta, Lazio, Lecce, Bologna, Parma, Sampdoria, Siena e Cesena – e per questo sanzioni e condanne potrebbero avere effetti pesantissimi sulle prossime stagioni sportive. Il presidente del CONI, Gianni Petrucci, ha detto più volte che le penalità sportive dovranno essere effettive già nella stagione in corso.
foto: STRINGER/AFP/Getty Images