Viaggio in Niger
Il reportage di Ettore Mo - che oggi compie 80 anni - da uno dei paesi più poveri del mondo, sul Corriere di oggi
Oggi sul Corriere della Sera c’è un reportage di Ettore Mo, storico giornalista e inviato del giornale (che oggi compie 80 anni), dal Niger, un poverissimo paese africano in cui le recenti carestie hanno causato un drammatico aumento delle malattie e dei casi di malnutrizione.
La stendono nuda su una panca di legno e prendono le misure del suo minuto, gracilissimo corpo: è alta 67 centimetri mentre è di 9 la circonferenza del braccio come risulta dal nastro che gli hanno appena stretto intorno. Il suo peso inoltre, quando l’appendono al gancio che penzola dal soffitto e la fanno oscillare per qualche minuto mentre lei piange e strilla, è di soli 4,8 chili: troppo poco – stabilisce il manuale pediatrico – rispetto all’età, che rasenta i sette mesi.
Siamo al Creni (Centro Recupero Nutrizionale) di Aguié, un villaggio della Provincia orientale di Maradi, nel reparto di terapia intensiva dove vengono ricoverati bambini e bambine affetti da Kwashiorkor («bambino rosso» nella lingua locale) una malattia che aggredisce l’infanzia sofferente per la grave carenza di vitamine e apporto proteico.
Basta una breve visita al piccolo ospedale di Aguié, gestito da Save the Children ( www.savethechildren/niger ), dove i piccoli malati giacciono inerti e muti sotto la zanzariera lasciando parlare solo gli occhi, per trovare conferma sullo stato comatoso di un Paese che l’Onu ha recentemente collocato al penultimo posto nella graduatoria delle 187 Nazioni in via di sviluppo più povere del mondo, inaridite dalla siccità e per decenni minacciate dallo spettro della carestia, che non dà tregua a una popolazione di 15 milioni di abitanti.
Sembra non esserci rimedio alla Kwashiorkor – la malnutrizione – che annichilisce circa 6 milioni di persone sparse in un’infinità di villaggi (almeno 7 mila, secondo un recente conteggio) che sono alla fame.
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