“Questione di diritti collettivi”
La nuova normativa per il diritto d'autore su internet deve essere decisa dal Parlamento, non dal governo né dall'AgCom, scrive Massimo Mantellini
Massimo Mantellini scrive oggi, nell’anticipazione della sua rubrica settimanale per Punto Informatico, che una nuova legge sul diritto d’autore che riguardi la circolazione dei contenuti in rete deve essere decisa dal Parlamento: non da un ministro, né dal governo, né dall’Autorità per le Comunicazioni (il cui presidente, Corrado Calabrò, ha detto pochi giorni fa di essere vicino a una “decisione finale” sul problema), dato che si tratta di una questione di “diritti collettivi di milioni di italiani” e “materia certamente culturale prima che economica”.
Per addentrarsi nell’immenso guazzabuglio Agcom, tornato di attualità in questi giorni e di cui Punto Informatico vi sta dando opportuna sintesi, è necessaria una semplice premessa. Questa.
Quanto attiene alla circolazione dei contenuti in rete (e quindi, di seguito, alle questioni che riguardano la gestione economica di quella parte dei contenuti sottoposti ad un regime di diritti) è materia certamente culturale prima che economica. Le decisioni in questi campi attengono ad alcuni interessi fondamentali di tutti i cittadini prima che a quelli economici dei detentori dei diritti, con la stessa scala di priorità che una legge che in troppi fingono di dimenticare già prevede. E cioè, prima vengono i diritti della collettività poi quelli dei singoli.
Non si tratta di un distinguo di poco conto. Se la faccenda del controllo sui contenuti che vengono messi on line è – come dovrebbe essere – questione prima di diritti collettivi di milioni di italiani e poi economica di alcuni, nessuna autorità amministrativa, nessuna Agcom in scadenza, nessun altro soggetto, potrà intestarsi il diritto di decidere su una simile materia senza che questa sia prima passata al vaglio del Parlamento.
(continua a leggere sul blog di Massimo Mantellini)