Chi era Giorgio Chinaglia
Aveva 65 anni ed è stato uno dei più grandi attaccanti italiani di sempre: i video e le foto dello scudetto con la Lazio, dei tanti gol (anche negli Stati Uniti) e di una vita controversa
È morto oggi per un infarto all’età di 65 anni l’ex attaccante della Lazio Giorgio Chinaglia. Chinaglia è morto in un ospedale della Florida, dove era stato ricoverato per un attacco cardiaco, ed è stato uno dei più grandi attaccanti italiani di sempre e una bandiera della squadra di calcio della Lazio, dove ha giocato per 7 stagioni.
Chinaglia, nato a Carrara il 24 gennaio 1947, aveva iniziato la carriera in Galles, nello Swansea City, dove si era trasferito con la famiglia da bambino. Poi tornò in Italia per giocare in serie minori con la Massese e l’Internapoli. Alla Lazio arrivò nel 1969, dove vinse uno scudetto storico nella stagione 1973-74 e segnò 98 reti in circa duecento partite. Nel 1976 lasciò l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti e giocare nella squadra dei Cosmos, insieme ad altre stelle del calcio mondiale come i brasiliani Pelé e Carlos Alberto, l’italiano Giuseppe Wilson, lo jugoslavo Vladislav Bogićević e il tedesco Franz Beckenbauer. Nei Cosmos, Chinaglia segnò 193 reti in 213 partite, diventando il miglior marcatore della storia della North American Soccer League, prima di ritirarsi nel 1983.
Grande goleador, era famoso anche per il suo portamento in campo: si ingobbiva e andava come un bisonte verso la porta avversaria. I suoi più grandi successi li ha avuti nella Lazio allenata da Tommaso Maestrelli negli anni Settanta. Dopo la discesa in serie B (dopo la quale Chinaglia voleva anche andare via), con la Lazio tornò in serie A e vinse uno scudetto alla penultima giornata nel 1974, segnando 24 reti. Era la Lazio di Giuseppe Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici, Renzo Garlaschelli, Vincenzo D’Amico e Luigi Martini. Il suoi soprannomi erano “Giorgione” e “Long John”.
Con la nazionale italiana, invece, Chinaglia non ebbe molta fortuna, nonostante il gol all’esordio il 21 giugno del 1972 contro la Bulgaria. Segnò 4 reti in 14 partite e soprattutto fu protagonista di un clamoroso gesto contro l’allenatore della nazionale Ferruccio Valcareggi durante i Mondiali di calcio in Germania del 1974: inizialmente Chinaglia era il centravanti titolare, ma dopo una prestazione poco convincente Valcareggi decise di sostituirlo e Chinaglia imprecò contro di lui in diretta.
Nel 1983, dopo essersi ritirato, tornò alla Lazio, questa volta come presidente, ma due anni dopo fu costretto a cedere la società per problemi economici. Nell’ultima parte della sua vita ha avuto diversi guai con la giustizia, soprattutto nell’ambito di una scalata ai vertici della Lazio tentata nel 2006, anno in cui la Guardia di Finanza ha chiesto la custodia cautelare di Chinaglia con l’accusa di riciclaggio e legami con il gruppo camorristico dei Casalesi che voleva acquistare la Lazio. Proprio per la scalata del 2006 Chinaglia era stato accusato di estorsione e agiotaggio e la Consob lo aveva multato per 4,2 milioni di euro. Nel 2008 era stato emesso contro di lui un mandato di arresto per riciclaggio. Fino a oggi, Chinaglia era latitante per la giustizia italiana e negli ultimi anni ha sempre vissuto negli Stati Uniti. Questa sembra essere l’ultima intervista che Chinaglia ha dato un mese fa.
foto: AP/Ray Howard