La lettera integrale dei giornalisti del Riformista
Oggi il Riformista ha sospeso le pubblicazioni. I giornalisti, a quanto pare, avevano scritto questa lettera per commentare quanto accaduto ma sul giornale ne è poi arrivata una versione molto ridotta, priva dei suoi passaggi più critici con la dirigenza del quotidiano. La lettera è stata interamente pubblicata sul blog “Il mondo di Annibale” e a quanto risulta al Post è autentica.
Cari Lettori,
Domani non ci troverete in edicola. L’assemblea dei soci della cooperativa ha votato ieri a maggioranza la liquidazione del Riformista, col voto contrario dei giornalisti della redazione. Ma Il Riformista non è morto. Di certo c’è solo l’addio del “gruppo dirigente” che si è insediato undici mesi fa e la temporanea sospensione delle pubblicazioni.
Il processo di liquidazione è reversibile. Servono però attori pronti a partecipare alla rinascita del Riformista. Un’ipotesi su cui la redazione sta lavorando in queste ore, nella consapevolezza che si tratta anche di una corsa contro il tempo.
Non cerchiamo oboli per tirare a campare, né intendiamo spiegare la nostra agonia solo con quei fattori strutturali che vengono elencati come una consolatoria litania per ogni giornale in punto di morte: dal crollo dei ricavi pubblicitari al costo del cartaceo fino ai tagli che colpiscono i quotidiani che contano su un contributo pubblico.
Tutto giusto. Ma da giornalisti sappiamo anche che Il Riformista prodotto negli ultimi undici mesi ha fornito poche dimostrazioni di esistenza in vita e pochi argomenti per giustificare la propria sopravvivenza.
La redazione preferisce stendere un velo pietoso sull’operato del gruppo dirigente che ha gestito questa fase. Questo non è – non dovrebbe essere – il momento delle scomposte, degradanti rese dei conti in forma di commiato. Anche perché non abbiamo alcuna intenzione di accommiatarci.
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