Le proteste per il caro benzina in Indonesia
Il governo vuole modificare il sistema dei sussidi per l'acquisto del carburante, ma i manifestanti non vogliono l'aumento dei prezzi
Oggi in molte città dell’Indonesia ci sono state manifestazioni e proteste contro la decisione del governo di modificare il sistema dei sussidi per il carburante. Migliaia di persone hanno manifestato in diverse aree urbane, urlando slogan contro le autorità e chiedendo il mantenimento dei sussidi, unica soluzione per evitare un aumento dei prezzi della benzina. In diversi casi la polizia è dovuta intervenire con lacrimogeni e idranti per disperdere gruppi di manifestanti violenti, che si sono messi a lanciare pietre e altri oggetti contro gli agenti. Negli scontri sono rimaste ferite decine di persone, che sono state trasportate negli ospedali per ricevere le cure.
(Dove è aumentata di più la benzina?)
Alcuni rappresentanti del governo hanno spiegato che la scelta di tagliare i sussidi era inevitabile: il costo del petrolio continua ad aumentare e i sussidi costituiscono una delle voci di spesa più gravose per il paese. Secondo diversi analisti, il taglio delle sovvenzioni potrebbe portare ad un aumento dei prezzi della benzina al distributore di circa il 30 per cento. Fino a ora, gli indonesiani pagavano relativamente poco per il pieno proprio grazie agli aiuti statali: un litro di benzina poteva essere acquistato con 0,39 euro. Il timore è che l’aumento dei prezzi possa causare un aumento dell’inflazione e nuocere all’economia del paese. Se il nuovo sistema sarà approvato, diventerà già effettivo a partire dalla prossima domenica.
Nelle scorse settimane simili proteste si sono verificate in diversi paesi asiatici, che da decenni utilizzano il sistema dei sussidi per consentire anche ai più poveri di usare mezzi di trasporto. Il progressivo aumento del prezzo del petrolio ha però reso sempre più onerose questo tipo di politiche, che arrivano a costituire il 20 per cento delle uscite degli stati che le adottano. In Indonesia l’ex presidente Megawati Sukarnoputri provò a introdurre alcune modifiche al sistema dei sussidi nel 2002, ma fu costretta a rinunciare ai suoi piani in seguito alle grandi proteste. Nel 2008 furono apportate alcune lievi modifiche e anche in quel caso ci furono proteste di piazza, ma molto più contenute rispetto a quelle di questi giorni.