Una faccia da Billy Wilder
Dieci anni fa morì un regista geniale e amico di attori straordinari con cui veniva fantastico nelle foto
A qualcuno piace caldo, La fiamma del peccato, Sabrina, Viale del Tramonto, L’asso nella manica, Prima pagina, Scandalo internazionale, Irma la dolce, Testimone d’accusa, L’appartamento, Non per soldi ma per denaro. Basterebbe uno solo di questi film a fare grande un regista, e Billy Wilder li fece tutti, e altri ancora, in una carriera di più di quarant’anni. Vinse sei oscar per L’appartamento, Giorni perduti e Viale del tramonto, e raccolse in tutto 21 nomination.
Era nato in una famiglia ebrea nel 1906 in una città polacca dell’Impero Austro-Ungarico, e dopo Vienna e Berlino si trasferì prima a Parigi e poi negli Stati Uniti quando Hitler prese il potere. Era un grande autore, prima ancora che regista, appassionato di intrecci e dialoghi: e meno di virtuosismi di regia. Ed era un supremo scrittore di commedie, capace di dare ruoli comici memorabili anche a gente come Humphrey Bogart, Marilyn Monroe e James Cagney, oltre che al suo favorito Jack Lemmon. Quattordici attori hanno avuto nomination per l’Oscar in film diretti da Wilder. Lui stesso, che è morto dieci anni fa il 27 marzo 2002, aveva una faccia inconfondibile che è rimasta in molte fantastiche fotografie.
E quando a febbraio 2012 Michel Hazanavicius ha ringraziato per l’Oscar di The Artist, ha detto:
«Vorrei ringraziare tre persone: vorrei ringraziare Billy Wilder, vorrei ringraziare Billy Wilder, e vorrei ringraziare Billy Wilder»