Un tesoriere dei Tories si è dimesso
Peter Cruddas era stato filmato mentre chiedeva 250 mila sterline per una cena con il premier Cameron a due giornalisti che si erano finti uomini d'affari
Peter Cruddas, co-tesoriere del Partito Conservatore britannico, si è dimesso oggi dopo che il sito del Sunday Times ha pubblicato un video che lo ritrae mentre offre ad alcuni giornalisti del Times, travestiti da uomini di affari, una cena con il primo ministro David Cameron e il ministro delle finanze John Osborne al prezzo di 250mila sterline. La cifra sarebbe dovuta essere versata nelle casse del partito. Cruddas si è dichiarato innocente e ha detto che si è dimesso dalla carica di tesoriere per “chiarire ogni dubbio”. Cameron invece, che ha chiesto immediatamente le dimissioni di Cruddas, ha detto che si tratta di “un caso inaccettabile” e ha annunciato un’inchiesta.
La vicenda è questa: i due giornalisti del Times si sono presentati come rappresentanti di una falsa società chiamata Zenith e proprietaria di un fondo di investimento in Liechtenstein, e hanno chiesto informazioni su come avvicinare David Cameron e gli altri ministri per migliorare i propri affari. Cruddas in un primo momento ha detto che la cosa non era possibile, poi ha cambiato versione: per prima cosa parlando di alcuni precedenti, in cui, secondo Cruddas, versando al partito conservatore una quota annua di 50 mila sterline è stato possibile avvicinare il premier e partecipare a importanti cene ed eventi del partito. Poi ha aggiunto che per andare a cena con Cameron e Osborne è necessaria una donazione di 250 mila sterline.
In cambio, secondo quanto dice Cruddas, si otterrebbe una cena con “David Cameron” (“non con il primo ministro, proprio David Cameron”, ha specificato) e Osborne con tutti i suoi vantaggi. Ai due, ha detto Cruddas, si può chiedere qualsiasi cosa, ottenendo così “un sacco di informazioni” importanti, e “se qualcosa non vi piace, vi ascolteremo e Downing Street 10 ne terrà conto”, promettendo così di poter influenzare la politica del governo conservatore in carica.
La vicenda ha provocato le proteste del partito laburista, che non si accontenta delle dimissioni di Cruddas. Secondo il vicepresidente dei Labour, Tom Watson, “era Cameron a partecipare a queste cene e quindi tocca a lui spiegare che cosa succede durante questi eventi”. La vicenda ha di nuovo evidenziato il problema delle lobby in Regno Unito e i loro rapporti con i partiti: in un caso simile è stato recentemente coinvolto lo stesso partito laburista e il suo leader Ed Mliband, su cui farebbero pesanti pressioni i sindacati.
L’anno scorso una commissione governativa aveva dichiarato che il problema delle “donazioni” era molto grave e che i partiti britannici dovrebbero contare su almeno 23 milioni di sterline di fondi pubblici in più all’anno per ridurre l’influenza delle lobby. Attualmente, 12 partiti britannici ricevono complessivamente dallo Stato circa 2 milioni di sterline all’anno in forma diretta: a questi però vanno aggiunti i fondi del il cosiddetto “Short Money”, donati dalla Camera Bassa ai partiti di opposizione in base a una serie di parametri, tra cui i voti ottenuti nelle elezioni legislative precedenti: per esempio, il Partito Conservatore ha ricevuto ultimamente circa 4 milioni e 700 mila sterline per il biennio 2009-2010 in cui è rimasto all’opposizione. A questi vanno aggiunti i fondi del “Cranborne Money”, donati dalla Camera dei Lord ai partiti di opposizione, anche se si tratta di somme di denaro decisamente inferiori rispetto allo Short Money (in genere non arrivano alle 500 mila sterline all’anno).
Per quanto riguarda i donatori privati, invece, la legge elettorale in vigore attualmente nel Regno Unito non pone limiti. Ma i nomi dei donatori privati o delle società che offrono più di 7.500 sterline a un partito, e che devono essere soggetti o organizzazioni esclusivamente britannici, devono essere resi pubblici. A questo proposito, secondo i giornalisti del Times, l’ex tesoriere conservatore Cruddas si è mostrato propenso ad accettare i 250 mila euro richiesti nonostante la finta società di cui dicevano di far parte avesse sede in Liechtenstein, e dunque impossibilitata per la legge elettorale britannica a donare fondi a partiti. Il Partito Conservatore ha fatto sapere in un comunicato di non aver mai ricevuto alcuna donazione illegale.