Le proteste in Egitto
La notizia della squalifica dell'al-Masry per la strage di Port Said ha causato manifestazioni e scontri: un 13enne è morto e altre 58 persone sono rimaste ferite
Da due giorni ci sono violente manifestazioni in Egitto e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, dopo la decisione di ieri della Federazione calcistica egiziana di squalificare per quasi due anni la squadra dell’Al-Masry. La squalifica è stata motivata dalla strage di Port Said dello scorso 1 febbraio, in cui morirono almeno 74 persone negli scontri subito dopo la partita di campionato tra l’Al-Masry (squadra di Port Said) e l’Al-Ahly (del Cairo). L’Al-Masry è stato squalificato per il resto di questa stagione e per tutta la prossima, mentre il suo stadio di Port Said sarà chiuso per tre anni. Negli scontri di ieri a Port Said è morto un 13enne, colpito alla schiena, a quanto pare, da un proiettile sparato della polizia, mentre almeno altre 58 persone sarebbero rimaste ferite.
Centinaia di tifosi hanno attaccato ieri pomeriggio una sede del governo locale nella città di Port Said, intorno alla quale c’era già la polizia schierata. Gli scontri sono continuati per tutta la serata. Alla notizia della morte di ieri del 13enne, oggi gli scontri sono ripresi: i manifestanti sono scesi in strada a protestare contro la polizia e alcuni di loro hanno lanciato molotov e pietre contro gli agenti in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno risposto sparando in aria e lanciando gas lacrimogeni. Il porto di Port Said è stato chiuso per ragioni di sicurezza.
foto: STRINGER/AFP/Getty Images