I luoghi della dittatura argentina, oggi
Le foto dei centri di detenzione e di tortura clandestini durante la dittatura militare argentina, iniziata il 24 marzo 1976, nel progetto fotografico di Erica Canepa
Il 24 maggio 1976 un colpo di stato militare rovesciò il governo argentino di Isabel Perón, che era in carica dal luglio del 1974, dopo la morte del marito Juan Perón. Anche se le operazioni di repressione dei dissidenti politici, la cosiddetta “Guerra sporca”, erano iniziate prima del colpo di stato con l’obbiettivo di reprimere il terrorismo, queste aumentarono moltissimo di intensità e di ferocia sotto la giunta militare che prese il potere nel 1976 e governò l’Argentina per sette anni.
La giunta e gli apparati di sicurezza si resero responsabili della scomparsa di diverse migliaia di persone, nel tentativo di stroncare il dissenso politico (spesso incarcerando professori universitari, studenti e gente comune) e la lotta armata, che era portata avanti sia dai gruppi peronisti che dai guerriglieri marxisti dell’Esercito Rivoluzionario Popolare, attivo soprattutto nel nordovest del paese. A capo della giunta, che prese il nome ufficiale di “Processo di riorganizzazione nazionale”, c’era un gruppo ristretto di tre uomini, il generale Jorge Rafael Videla (che era stato nominato dalla stessa Isabel Perón a capo dell’esercito nel 1975), l’ammiraglio Emilio Eduardo Massera e il brigadiere Orlando Ramón Agosti. Venne sospesa l’attività del parlamento, sostituito da un consiglio di nove militari, insieme all’attività dei partiti politici, delle corti giudiziarie civili e dei sindacati.
Erica Canepa ha fotografato, per il suo progetto The Remaining, alcuni degli edifici che ospitavano i centri di detenzione e di tortura della dittatura militare, come appaiono oggi. Erano centri di detenzione clandestini e illegali che spesso si trovavano nel centro delle città, in caserme, scuole, ospedali o fabbriche.