Intanto, in Mali
Le foto e il punto della situazione il giorno dopo il colpo di Stato: il presidente Touré è disperso, nel nord del paese la rivolta tuareg conquista terreno
Il giorno dopo il colpo di Stato condotto in Mali da un gruppo di militari ribelli, la situazione nel paese resta ancora molto incerta. Ancora non si sa dove si trovi il presidente Amadou Toumani Touré. Ieri alcuni rappresentanti dei ribelli avevano detto che Touré era scortato in una caserma della capitale Bamako ma non sono giunte conferme dallo staff del presidente, che dall’inizio della sommossa non ha ancora parlato pubblicamente. La “Commissione per la ricostituzione della democrazia e per la restaurazione dello Stato”, cioè il gruppo di militari che ha attuato ieri il golpe, ha sospeso la Costituzione e dice di essere al governo del paese, anche se ha promesso di farsi da parte quando verrà eletto un nuovo presidente. I ribelli non hanno fornito però alcuna scadenza temporale precisa. Le elezioni presidenziali sono previste tra poco più di un mese, il 29 aprile, ma ci sono molti dubbi sul loro svolgimento vista la situazione caotica delle ultime ore. Touré, tra l’altro, non si sarebbe ricandidato.
La situazione in Mali potrebbe complicarsi ulteriormente nelle prossime ore. La Reuters scrive che i ribelli tuareg, che lottano per l’indipendenza di tutto il nord del paese, starebbero approfittando del caos attuale e avrebbero già conquistato diverse città e centri del nord, soprattutto nelle regioni di Kidal e Gao, mentre i militari del governo si starebbero ritirando. Sono mesi che la comunità tuareg è in rivolta contro il governo centrale maliano. È proprio per questa battaglia che i militari ribelli hanno deciso di fare un golpe, in quanto lamentano di non essere equipaggiati e assistiti a dovere dal governo per fronteggiare la rivolta tuareg. Il golpe è stato condannato da molti paesi stranieri, tra cui Stati Uniti e Francia, e dalla Banca Mondiale, che hanno tagliato diversi fondi per il Mali. I confini del Mali, intanto, sono stati chiusi dai ribelli.
foto: AP/Harouna Traore