Per una buona causa

L’arresto di George Clooney a Washington, venerdì 16 marzo, ha attirato l’attenzione di mezzo mondo e secondo alcuni un po’ di quell’attenzione è ricaduta o ricadrà sulle violenze in Sudan contro cui Clooney e altri manifestavano davanti all’ambasciata di quel paese. Naturalmente c’è anche stato chi ha contestato che siano necessari divi hollywoodiani perché si parli di problemi e tragedie del mondo, protestando che se ne trascurino molte altre: a cominciare da quelle attualissime della Siria. Ma probabilmente non si può chiedere a chi è andato a farsi arrestare perché il mondo guardasse lui e con la coda dell’occhio il Sudan, di farsi carico anche di altro: anzi, gli va riconosciuto di aver fatto la sua parte, e di poter essere un modello per altri che abbiano buone cause.

La storia delle militanze hollywoodiane è peraltro ormai lunga, ed ebbe una grande vivacità negli anni Settanta e sulla guerra in Vietnam. Ma come mostrano queste foto, sono state diverse le occasioni in cui personaggi famosi dello spettacolo sono stati arrestati in pubblico per contestazioni non autorizzate: non c’è stata solo l’era di Jane Fonda (e di Vanessa Redgrave o Wim Wenders, fermati anche loro), ma anche quella di Stevie Wonder, delle decine di arresti di Martin Sheen, e di quelli più recenti di Daryl Hannah e Danny Glover. Se non vi ricordate per cosa protestassero, ecco, questa è una cosa su cui forse riflettere.