Gli italiani rapiti in India
Chi sono e cosa vogliono i ribelli maoisti che hanno rapito Paolo Bosusco e Claudio Colangelo ieri nello stato dell'Orissa
Ieri in India sono stati rapiti due italiani: sono la guida turistica Paolo Bosusco e il suo cliente Claudio Colangelo. I due sarebbero stati rapiti da ribelli maoisti tra i distretti di Kandhamal e Ganjam, nello stato orientale dell’Orissa, pare per aver scattato delle foto a donne mentre queste si facevano il bagno. I due si trovavano, secondo le autorità indiane, in aree tribali “interne”, dove è vietato scattare foto. Il sequestro è stato confermato stamattina dal Ministero degli Esteri italiano e anche dal capo della polizia dello stato indiano dell’Orissa, Manmohan Praharaj. Il caso non sembra avere alcuna connessione con l’arresto dei due militari italiani nello stato del Kerala.
Chi sono i rapitori
I ribelli comunisti in India si chiamano generalmente naxaliti. Il nome viene da Naxalbari, una località dello stato del Bengala Occidentale dove nel maggio del 1967 scoppiò una rivolta di contadini contro i latifondi. In genere si tratta di gruppi ribelli maoisti che sono stati definiti terroristi dal governo indiano sin dal 1967 e, nel 2006, “la più grande minaccia interna alla sicurezza del paese” secondo il primo ministro Manmohan Singh. Secondo i servizi segreti indiani, ci sarebbero circa 70 mila ribelli maoisti in India (di cui almeno ventimila armati) che negli anni, dal Bengala Occidentale, hanno esteso la loro influenza in altri nove stati, tra cui Chhattisgarh, Orissa e Andhra Pradesh (vedi mappa). Secondo le autorità indiane, i naxaliti in passato sono stati più volte sostenuti dal governo cinese e anche dai servizi segreti pachistani dell’ISI.
Che cosa vogliono i rapitori
La notizia era stata annunciata inizialmente ieri sera dalla tv indiana NDTV, che ha parlato con il leader dei maoisti dello stato indiano dell’Orissa, Sabyasachi Panda. Sarebbe la prima volta che il gruppo di Panda rapisce turisti stranieri. Successivamente, Panda ha pubblicato un messaggio audio attribuendolo ai ribelli, in cui questi avrebbero avanzato 13 richieste al governo centrale indiano, tra cui il rilascio di prigionieri politici maoisti e il blocco dell’operazione Greenhunt, lanciata nel novembre del 2009 dal governo indiano contro i ribelli maoisti naxaliti attraverso l’impiego di oltre 70mila uomini delle truppe paramilitari appartenenti a vari corpi. L’operazione si è svolta principalmente in cinque Stati: il Bengala Occidentale, l’Orissa, il Chhattisgarh, il Jharkhand e il Maharashtra, dopo che nel 2009 i morti tra i civili della guerriglia maoista erano stati 392, mentre quelle appartenenti alle Forze di Sicurezza indiane erano state 312.
Chi sono i rapiti
Paolo Bosusco, 54 anni, è titolare insieme a un collega locale di un’agenzia di viaggi indiana, l’Orissa Adventurous Trekking, che ha sede nella città di Puri, famosa per i suoi templi induisti. Bosusco gestisce l’agenzia generalmente da novembre a giugno, che è specializzata nello studio delle tribù della regione. Nei mesi in cui risiede in Italia, invece, Bosusco vive a Condove, nella provincia di Torino. Claudio Colangelo, romano di 61 anni, è un cliente di Bosusco e ieri stava esplorando la zona insieme a lui. Ieri doveva essere il loro ultimo giorno di esplorazione: i due erano partiti il 12 marzo proprio da Puri per un trekking di cinque giorni.
Come si legge sul sito dell’agenzia di Bosusco, il suo orientamento è quello di interferire il meno possibile con la vita quotidiana delle tribù locali. “Gli incontri con le popolazioni tribali”, spiega il sito, “sono una vera esperienza di vita. (…) Tra le varie nostre regole c’è quella di non forzare ad ogni costo le esperienze, ad esempio non chiederemmo mai di organizzare delle danze per noi, o cose simili a pagamento.”. Bosusco scrive anche dei possibili pericoli durante questo tipo di esperienze: “Data la natura del terreno, il clima e gli aspetti inconsueti di una realtà che per molti è del tutto sconosciuta, in questi trekking occorre una certa disponibilità ad affrontare imprevisti e difficoltà inaspettate”.
La situazione in Orissa
L’Orissa è uno degli stati più poveri dell’India: ha circa 37 milioni di abitanti e il 47 per cento della sua popolazione vive sotto la soglia minima di povertà. Lo stato ha recentemente inasprito la sua legislazione contro i viaggi degli stranieri in queste zone occupate da gruppi tribali e maoisti. Come ricorda il quotidiano indiano The Hindu, infatti, solo lo scorso febbraio il governo dell’Orissa aveva vietato l’ingresso a turisti e stranieri in aree come quella in cui sono stati rapiti Bosusco e Colangelo, a meno che i turisti avessero un permesso ufficiale da parte delle autorità. Sembra che Bosusco e Colangelo non avessero questa particolare autorizzazione.
Nella foto: Paolo Bosusco (immagine tratta da www.orissatrekking.com)