Politici al trucco
Quello che si fa per venire bene in tv, nei momenti in cui non si viene benissimo in fotografia
Se la politica da molti anni è diventata politica televisiva, in Italia e altrove, la politica televisiva ha a sua volta generato ricchissimi repertori di cultura pop accessori, e non è solo cultura pop. Uno sono i “fuori onda”, divenuti spesso parte della politica delle polemiche, un altro sono i tic dialettici televisivi (“la ringrazio della domanda”, “io non l’ho interrotta”, “la prego di lasciarmi finire”…), un altro sono le claque dei talkshow. E poi, meno visti ancora dei fuorionda ci sono i rituali di preparazione alla performance televisiva (vi ricordate l’anchorman di “Dentro la notizia” che aveva cura di sedersi sull’orlo della propria giacca per tenerla distesa?). A cominciare dal “passaggio al trucco” che spesso i politici padroneggiano poco e in cui si consegnano alle sapienti mani di professioniste/i con alterni risultati (a volte se sei un ministro dell’Economia avere l’aspetto florido e splendente di una velina non giova). E poi, come quando ti guardi nello specchio del barbiere, la faccia che fai è sempre quella che speri nessuno fotografi.