La Moldavia ha un presidente, dopo 3 anni
Dopo una lunghissima crisi politica i partiti che formano la maggioranza sono riusciti a trovare i tre voti che mancavano per eleggere il presidente della repubblica
Nicolae Timofti è stato eletto presidente della Moldavia ieri, dopo una crisi politica che durava da quando, nel 2009, finì la legislatura del comunista Vladimir Voronin. Tra il 2009 e il 2010 si sono svolte tre elezioni senza che la coalizione di maggioranza fosse in grado di raggiungere quota 62 voti su 101, ovvero i tre quinti del parlamento, necessari, secondo la costituzione moldava, per eleggere il presidente della repubblica.
A sostenere la candidatura di Timofti è stata l’Alleanza per l’Integrazione Europea, una coalizione di tre partiti liberal-democratici che sostengono la necessità per la Moldavia, un paese di 4 milioni di abitanti senza sbocco sul mare e racchiuso tra Ucraina e Romania, di avvicinarsi all’Unione Europea. I tre voti decisivi per eleggere Timofti sono arrivati da tre parlamentari che facevano parte del partito comunista all’opposizione, il quale nel frattempo ha cercato di boicottare la votazione e ha chiesto che si tornasse a votare al più presto per far scegliere ai cittadini moldavi una nuova maggioranza di governo capace di eleggere un presidente.
Il presidente, secondo la costituzione moldava, ha soprattutto funzioni di rappresentanza, è il garante della costituzione e promulga le leggi approvate dal parlamento. Timofti è un giudice di grande esperienza, già a capo del Consiglio della Magistratura della Moldavia, ed è considerato un politico indipendente. La sua elezione scongiura l’organizzazione di nuove elezioni politiche che, secondo alcuni sondaggi, avrebbero rischiato di chiudersi ancora una volta in parità.
Nella prima dichiarazione ufficiale Timofti ha affermato di voler sostenere le aspirazioni europee del primo ministro Vlad Filat, a capo del partito liberal-democratico, e ha sottolineato come la Moldavia debba lottare duramente contro la corruzione, molto diffusa nel paese. Uno dei primi punti che il parlamento dovrà affrontare ora sarà la modifica della costituzione per rendere più semplice l’elezione del presidente.
foto: VADIM DENISOV/AFP/Getty Imagesi