I piani di Osama contro Obama
Il Washington Post racconta gli improbabili attentati che bin Laden voleva organizzare per uccidere il presidente USA, secondo alcuni documenti ritrovati ad Abbottabad
L’editorialista del Washington Post, David Ignatius, ha scritto ieri dei possibili attentati che l’ex leader di al-Qaida, Osama bin Laden, stava preparando contro il presidente americano Barack Obama. Ignatius ha avuto modo negli ultimi tempi di visionare “in esclusiva” alcuni documenti sequestrati nel compound di Abbottabad, dove è stato ucciso bin Laden lo scorso 2 maggio. Questi documenti, che consistono principalmente in una lettera di istruzioni di 42 pagine di bin Laden a Atiyah Abd al-Rahman (altro importante leader di Al-Qaida), stanno per essere declassificati e resi pubblici negli Stati Uniti.
Anche se gli Stati Uniti e l’amministrazione Obama hanno fatto subito sapere che non c’è “mai stata nessuna seria minaccia” contro il presidente, Ignatius dice che bin Laden aveva in mente un attentato contro l’Air Force One, l’aereo presidenziale degli Stati Uniti. Uccidere Obama, secondo bin Laden, avrebbe fatto sì che al potere fosse andato il suo vice, Joe Biden, “totalmente impreparato” per ricoprire un ruolo del genere. Biden avrebbe portato gli Stati Uniti in una grave crisi, scrive bin Laden. Per quanto riguarda invece David Petraeus, l’ex comandante delle operazioni militari statunitensi in Afghanistan e Pakistan e ora a capo della CIA, bin Laden puntava a un attentato contro di lui in Afghanistan.
Non emergono dalle carte di Abbottabad piani dettagliati. Inoltre, nel periodo in cui bin Laden si nascondeva in Pakistan, al-Qaida non avrebbe avuto neanche le armi e le risorse necessarie per portare avanti attacchi del genere. Tuttavia, scrive Ignatius, questo starebbe a dimostrare che bin Laden, pur se rinchiuso negli ultimi tempi nel complesso residenziale principalmente a guardare la televisione, voleva ancora organizzare attentati spettacolari negli e contro gli Stati Uniti. L’uomo scelto da bin Laden per organizzare gli attacchi contro Obama e Petraeus sarebbe stato Ilyas Kashmiri, il capo militare di al-Qaida in Pakistan, ucciso da un drone americano il 3 giugno 2011 al confine tra Pakistan e Afghanistan.
Nella lettera c’è anche la conferma che uno dei motivi di attrito tra Osama bin Laden e il suo vice ed erede alla guida di Al-Qaida, Ayman al-Zawahiri, era proprio l’organizzazione degli attentati contro gli Stati Uniti: bin Laden voleva che essi venissero realizzati sul suolo americano, al-Zawahiri, invece, pensava che fosse più conveniente attaccare obiettivi americani in Iraq, Afghanistan o Pakistan. Ignatius scrive che l’arabo e la sintassi di bin Laden appaiono piuttosto contorti in questi documenti: forse la lettera è stata dettata a una delle sue mogli, che poi l’avrebbe trascritta. Ignatius ricorda come le comunicazioni per Bin Laden erano oramai diventate molto difficili a causa degli americani e che un documento come questo poteva impiegare anche decine di giorni per arrivare al destinatario.
Nel resto dell’articolo, Ignatius parla dei progetti di bin Laden per cambiare nome ad Al-Qaida e degli “errori di strategia” dell’organizzazione terroristica degli ultimi tempi, che secondo bin Laden avrebbero danneggiato la sua reputazione nel mondo arabo. Tutte cose che aveva già rivelato l’Associated Press lo scorso giugno. Nella lettera a Atiyah Abd al-Rahman, inoltre, bin Laden dice che il posto migliore per instaurare uno “stato islamico” sarebbe lo Yemen, ma stavolta i militanti non avrebbero dovuto commettere gli errori del passato, come in Siria negli anni Ottanta (si riferisce alla rivolta dei Fratelli Musulmani soffocata nel sangue da Hafez al Assad, padre dell’attuale presidente Bashar). Proprio nel sud dello Yemen, negli ultimi mesi, i miliziani di “Al-Qaida nella penisola arabica” (AQAP) hanno conquistato diverse città e organizzato diversi attentati cruenti contro l’esercito locale.
foto: AP/Rahimullah Yousafzai