Michele Serra contro i giornali italiani
La sua rubrica di oggi attacca l'abuso di "notizie shock" e di "urlacci nelle orecchie dei lettori", su quotidiani e telegiornali
Nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, oggi Michele Serra attacca la “comunità mediatica” e i “media grossolani” sull’enfasi sensazionalistica e superficiale con cui vengono promosse notizie come l’uso di una parola anomala da parte di un ministro.
Sì, la ministra Fornero poteva evitare di dare in pasto ai cronisti la parola “paccata” (e più in generale: i professoroni al governo dovrebbero mantenere un aplomb più professorale). Ma che dire di una comunità mediatica che su quella parola costruisce la descrizione di una trattativa, quella sul lavoro, che dura da settimane, e attorno a frasette del genere disfa e ricuce la trama di un rapporto (quello tra governo, sindacati e Confindustria) che è complicato da capire perfino per i protagonisti? Che dire di un giornalismo per il quale ogni dissidio diventa “rissa”, ogni inciampo diventa “rottura”, e per speziare il suo minestrone quotidiano abusa di” proposte shock”, “dichiarazioni shock”, “notizie shock”, come se l’opinione pubblica fosse sordastra e solo l’urlaccio nelle orecchie potesse attirare la sua attenzione?
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